Per la prima volta nella storia (dell’arte) una app scaricabile è stata aggiunta alla raccolta permanente del Museum of Modern Arts di New York.
La app, c’era bisogno di precisare?, è per iPad e al contrario di praticamente qualunque altra opera d’arte ha un costo estremamente contenuto, vastamente accessibile a un grande pubblico.
L’ acquisizione del codice di Planetary da parte del museo Smithsonian di cui si scriveva l’anno scorso è un’operazione di altro genere, di conservazione più che di valore intrinseco.
Bisogna anche considerare la parola scaricabile. Come spiega l’ articolo del museo a commento dell’operazione,
Le prime app aggiunte alla raccolta sono state i Reactive Books del 1994 di John Maeda, distribuiti su floppy disk dentro libri fisici tradizionali.
Può sembrare una questione futile e invece ha importanza. Il dibattito attorno a cosa è arte e che cosa no è infinito, perché quello che definiamo arte diventa parte della nostra identità e storia. Quello che all’apparenza potrebbe essere considerato semplicemente un album musicale più estroso di altri è stato giudicato degno di aprire una strada mai battuta prima.