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Dal mondo Apple all'universo digitale, in visualizzazione rapida dell'ovvio

15 feb 2011

Codice d'onore

Mac App Store non permette l’uso di codici di licenza. Il software scaricato da lì può essere installato e usato su tutti i computer di proprietà e usati dal titolare dell’account.

Questo non vuol dire che un singolo iWork possa essere installato su cinquanta computer di un’azienda dal titolare dell’azienda; esiste una licenza di utilizzo da rispettare. Contemporaneamente, niente impedisce tecnicamente al titolare dell’azienda di farlo ugualmente.

In questo modo però è lui il disonesto e finisce lì. Gli utilizzatori onesti non vengono penalizzati da numeri di serie da gestire, aggeggi hardware da attaccare al computer, problemi quando si reinstalla il sistema o si cambia disco rigido e altre piacevolezze tipiche dei sistemi di protezione fino qui usati dai produttori di software. Quando il venditore si fida e l’acquirente si impegna a rispettare il contratto sul proprio onore si fanno gli affari migliori.

Se Mac App Store rendesse più piacevole e trasparente la vita ai compratori onesti – compro al prezzo giusto e installo dove voglio senza altre preoccupazioni – già questa sarebbe una buonissima ragione per averlo.

Me lo dice l’esperienza di possessore regolare di InDesign di Adobe, regolarmente acquistato a prezzo pieno, regolarmente aggiornato a prezzo pieno e costretto a fare funzionare il software con un numero di serie recuperato su Internet, perché il numero di serie originale del pacchetto originale non piace all’aggiornamento.

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