Scrive (e pubblico) paolomac:
Una piccola segnalazione, su un articolo di sabato scorso, pagina 23, di un giornale di solito (per merito di Antonio Dini) molto equilibrato sulle faccende Apple.
Titolo: Gli italiani scettici sull’iPad.
Svolgimento: il giornale ha commissionato un sondaggio a Ipr marketing dal quale è emerso un certo scetticismo verso nuovi strumenti, come l’iPad della Apple.
E donde viene tale consapevolezza? Perché, mentre la maggioranza lo conosce, il 72 percento si dichiara non interessata all’acquisto: a parte il fatto che ciò vuol dire che il 27 percento del campione è interessato, il che non pare poco, è interessante vedere i motivi del non interesse. Per il 50% del campione, ciò dipende da prezzo troppo alto: secondo l’aritmetica, il 77% del campione è interessato all’oggettino, anche se per il 50% il prezzo è ancora troppo alto: in che non mi sembra esattamente scetticismo.
In conclusione, mi sembra che il sondaggio concluda che solo il 21% del campione definisce l’iPad di scarsa utilità.
Ben venga un simile scetticismo!
Ti segnalo questo, perché mi pare un’efficace sintesi di come un contenuto possa essere del tutto capovolto da un titolo sbagliato, fuorviante e – in un certo senso – denigratorio; piuttosto divertente…
P.S.: finalmente ieri passo all’apple store di Roma est, gioco un po’ con l’iPad, e manifesto un palese non scetticismo…
Cose da ricordare.
I sondaggi vengono normalmente commissionati dai giornali non per capire come vanno le cose, ma per mostrare che le cose vanno in un certo modo, predefinito; il sondaggista piloterà il sondaggio in modo da ottenere i risultati più concilianti possibile. Normalmente il sondaggio viene commissionato da qualcosa di esterno al giornale, che può essere l’editore, il partito di riferimento, una software house molto grande e influente eccetera.
Secondo, i giornali non sono minimamente interessati a come stanno le cose, ma a vendere più copie. Che si debbano raccontare stupidaggini per vendere più copie viene visto al più come inconveniente del mestiere.
Terzo: quando un giornale pubblica un articolo con un titolo che contraddice l’articolo, punta sul fatto che la maggior parte dei lettori guarda il titolo e passa via.