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Dal mondo Apple all'universo digitale, in visualizzazione rapida dell'ovvio

30 gen 2010

Peccato di superficialità

Paolo Attivissimo ha dedicato attenzione a iPad e lo ha stroncato.

Ho commentato che le sue argomentazioni fossero, sostanzialmente, una stroncatura di iPhone nel 2007.

Paolo mi ha risposto, in parte, ma a questo punto desidero entrare più nello specifico.

Premetto che per me Paolo è un modello di giornalista, che stimo molto. Ha creato il Servizio Antibufala, coordina e scrive su Undicisettembre e su Complotti Lunari; basterebbe questo a renderlo imperdibile e lui fa molto di più. Chi non lo segue ci perde, anche quando il suo punto di vista è criticabile.

Ciò detto, stavolta si è accontentato di poco e la cosa stona ancor più con la sua bravura, perché neanche si è documentato, né ha provato il prodotto di cui parla. Alcune delle sue affermazioni sono opinioni personali, e chi le tocca. Altre sono inesatte o sono supposizioni senza riscontro, o sono posizioni prese in malafede preventiva. Questo non me lo aspetto, da una persona di valore come lui.

Due esempi.

Retro bombato che rischia di farlo dondolare quando lo appoggi su un tavolo per scrivere. Ho chiesto espressamente e di persona ad Antonio Dini, giornalista di Nova, se sia così. Lui è stato a San Francisco e ha provato di persona iPad. Smentisce categoricamente. Perché presupporre un rischio che non c’è senza prima essersi accertati che ci possa essere?

Comunque troppo grande da portare sempre con sé. Sempre Antonio ha spiegato che iPad stava nella tasca del suo giaccone. Il comunque è fuori luogo. Il sempre è enigmatico: perché mai una tavoletta da dieci pollici dovrebbe essere sempre con noi, come fosse un portafogli? La critica è fondata su un presupposto inesistente, come se io criticassi il mio 17” perché non lo posso sempre portare con me. Quando mi serve lo porto eccome, quando non mi serve lo lascio a casa. Il perché iPad dovrebbe servire sempre (anche in spiaggia o a sciare, dove nove su dieci portano il cellulare?) non si capisce.

Ho altre obiezioni da muovere e lo farò nei prossimi giorni. Uno è liberissimo di giudicare negativa la mancanza del multitasking, per esempio; lo fa anche Antonio nella sua prova. Però parlare di rischi senza avere verificato o di difetti basati su un presupposto inesistente, davvero, non è corretto e mi dispiace un po’ vedere questa superficialità. Scrive Antonio: si capisce che su una cosa Steve Jobs ha avuto ragione: «Non giudicatelo – spiega – prima di averlo provato». Paolo titola iPad yawn (sbadiglio) e neanche lo ha toccato.

Se Paolo mi legge: con stima immutata.

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