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Dal mondo Apple all'universo digitale, in visualizzazione rapida dell'ovvio

16 nov 2009

Il pesce di novembre

Uso il Terminale per poche cose di piccola amministrazione e qualche esperimento per espandere un tantino i miei angusti orizzonti.

Era da tempo che leggevo di fish, una shell (un motore di riga di comando per il Terminale) che si propone come più moderna e amichevole di bash, lo standard di Mac OS X, e che volevo installarla.

L’installazione a mano, con relativa compilazione, era fuori discussione, specie quando per Mac OS X esistono ben due sistemi di facilitazione delle installazioni Unix: Fink e MacPorts.

Entrambi avevano bisogno di aggiornamento, perché la loro installazione in Leopard non funziona automaticamente in Snow Leopard, per varie faccende legate al passaggio del software ai 64 bit.

Così ho organizzato l’aggiornamento e la (piccola) sfida: vedere chi tra MacPorts e Fink sarebbe stato in grado di installare fish su un sistema dove è impostato l’avvio a 64 bit.

Non ho perso tempo nella preparazione all’aggiornamento: ho buttato nel Cestino senza complimenti le cartelle esistenti di Fink e MacPorts. Poi ho reinstallato i due sistemi da zero, scaricando le opportune versioni.

Inizialmente MacPorts si è portato in vantaggio. Infatti la versione per Snow Leopard è un normale package di installazione, mentre per avere Fink a 64 bit bisogna scaricare una tarball Unix che va decompressa e seguita da un comando a mano che bisogna per forza leggere sulla pagina del loro sito.

Però poi Fink ha installato fish a perfezione e invece MacPorts si blocca nel corso dell’operazione con errori di vario genere.

I 64 bit oggi sono uno sfizio essenzialmente inutile, ma domani saranno la regola. Oggi, sui 64 bit (e con fish), Fink parte male ma arriva meglio di MacPorts.

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