Douglas Hofstadter
mi ha dato buca perché non è più interessato alla materia e preferisce godersi gli anni che ha ancora a disposizione, spero numerosi. Tuttavia, capisco bene che se lo tirano in mezzo come descrive in
Gödel, Escher, Bach e AI su The Atlantic, possa desiderare di esprimersi pubblicamente fuori dalle scelte di vita.
Succede che un lettore di
Gödel, Escher, Bach dia in pasto a GPT-4 il libro e chieda al software di impersonare Hoftstadter e scrivere in sua vece i motivi per i quali ha deciso di scrivere GEB.
Macmomo e anche briand06 hanno risposto con
osservazioni interessanti e
pratiche a quelle contenute nel
Tipografo perduto.
Ho provato a rispondere nei commenti ma si faceva lunga e così eccoci qui.
Html ha un valore didattico elevato perché insegna a distinguere le parti strutturali che compongono un testo: paragrafo, colonna, tabella, capoverso e così via.
A scuola si deve imparare Html e a scrivere Html, lavorando sul materiale essenziale, cioè il testo, con strumenti essenziali, cioè editor di testo (essenziali ma di grande potenza in prospettiva). Utopia vorrebbe che tutta la scuola producesse Html, aperto, immortale, aggiornabile, libero. La mia generazione non farà in tempo a vederlo, né svariate delle prossime. Insegnare tipografia come leggere, fare di conto, suonare porterà forse un giorno a persone illuminate in grado di portare un cambiamento radicale. Il forse vale la pena di impegnarsi.
In una successione degna di emulare
Alla fiera dell’Est: ho proposto ai
Copernicani un incontro con
Douglas Hofstadter. Qualcuno nei Copernicani ha proposto di aggiungere anche padre
Paolo Benanti. Hofstadter mi ha dato buca. Benanti no. Abbiamo
organizzato l’incontro.
Un giornalista del canale
Focus di Mediaset ha chiesto ai Copernicani di contribuire a un documentario in lavorazione. C’erano due persone disponibili. Una ha dato buca. Io no.
Pare quindi che comparirò, suppongo per una manciata di secondi, in un documentario di Focus Mediaset.
In una successione degna di emulare
Alla fiera dell’Est: ho proposto ai
Copernicani un incontro con
Douglas Hofstadter. Qualcuno nei Copernicani ha proposto di aggiungere anche padre
Paolo Benanti. Hofstadter mi ha dato buca. Benanti no. Abbiamo
organizzato l’incontro.
Un giornalista del canale
Focus di Mediaset ha chiesto ai Copernicani di contribuire a un documentario in lavorazione. C’erano due persone disponibili. Una ha dato buca. Io no.
Pare quindi che comparirò, suppongo per una manciata di secondi, in un documentario di Focus Mediaset.
Si può discutere di innovazione per sempre ma è indubbio che nel 2008 Apple ne ha fatta, con la creazione di App Store che oggi compie quindici anni. (E di
Newton Toolkit 1.5 che ne fa ventotto).
Vari commentatori hanno pensato di ricordare la prima o le prime app che hanno scaricato. (App Store, pulsante dell’account, Acquistate, scorrere in basso fino in fondo alla lista). John Gruber
ne ha nominate otto e dunque posso permettermene sette:
C’è chi con il sessantatré
ha suscitato scalpore nel mondo della letteratura. Noi ci accontentiamo di mettere in crisi stereotipi e idee facili su Vision Pro, nella istanza numero sessantatrè di
A2 Podcast che diventa ascoltabile proprio oggi.
Dico noi perché di nuovo ho potuto godere del privilegio di affiancare Filippo e Roberto. Qualcosa delle mie sciocchezze è sopravvissuto alla postproduzione e dunque posso vantarmi di avere fatto l’ospite non muto.
Dovrei avvisare di alcune peculiarità di questa puntata ma le lascerò invece all’ascolto dei singoli, senza spoiler.
Una grande civiltà a cui le derive illiberali hanno tolto qualche lucidità, a metà strada tra le tradizioni millenarie e le spinte estreme delle tecnologie più futuristiche.
Lo scatto è di Stefano (con un pizzico di postproduzione da parte mia), che ringrazio.
La sua didascalia:
Il Totem allo Sheraton Hotel di Nanchang.
Naturalmente al capitolo tradizioni millenarie si intendeva il browser.

Nel rendermi conto che la modalità visuale di WordPress mostra un allineamento in alto tra una immagine e un testo affiancato che non corrisponde affatto alla resa effettiva dell’Html,chiudo un pomeriggio di frustrazioni e ne inizio un altro, di studio di CSS alla ricerca della proprietà che mi permetterà di ottenere l’effetto che voglio, posto che WordPress mi permetta di usarla. Per esempio, il WordPress su cui mi trovo non accetta l’uso di flexbox, che mi tornerebbe utile. Sì, esiste certamente un plugin, ma non lo posso installare. Già, basta andare nel back-end, ma non ho accesso.
Sia ben chiaro. Preferisco l’open source. Sono socio di
LibreItalia (iscriviti!). Tuttavia il mondo presenta aspetti di concretezza che ci ci piacerebbe poter ignorare e invece, se si vuole vincere alla fine, vanno tenuti in considerazione.
Non c’è bisogno di rievocare troppo i disastri combinati da Elon Musk dopo che ha comprato Twitter. Né la grancassa suonata da quel momento in poi a favore di
Mastodon. Che è decentrato, è libero, autogestito, estraneo alle multinazionali, non in vendita e viva la rivoluzione.
Suscita giusto interesse
l’arrivo negli Stati Uniti di Fairphone 4, nell’intento di ottenere un riconoscimento apprezzabile di vendite.
Fairphone è partito nel 2021 come classico progetto equo e solidale, sostenibile e tutto il resto. Si smonta facilmente con l’aiuto di un solo cacciavite.
Offre nella versione 4 anche qualche funzione interessante, come la doppia SIM, e ha una garanzia di cinque anni.
C’è anche una partnership con
Murena, che vende versioni deGooglizzate, con il sistema operativo /e/OS, praticamente una rilavorazione di Android che taglia fuori gli agganci con cui Google succhia dati personali ai proprietari, ma lascia la libertà di usare le app Android.