Tesla reinventa la fabbricazione delle auto grazie a sottaciuti progressi tecnologici, titola Reuters.
Elon Musk ha l’obiettivo di dimezzare il costo di produzione di un’auto e la sua azienda ha adottato in forma pionieristica immense presse capaci di stringere con una forza tra le seimila e le novemila tonnellate,
per produrre la struttura anteriore e quella posteriore della Model Y con una procedura di “gigacasting” che abbatte i costi e ha lasciato le concorrenti ad agitarsi per recuperare lo svantaggio.
Adam Smith ha introdotto la
mano invisibile del mercato. Ming-Chi Kuo, analista rinomato soprattutto perché la maggior parte della gente non sa quale sia il cognome, ha rapporti stretti con lo spirito invisibile del mercato.
Dal proprio account Medium, infatti, mai nome di piattaforma fu più fatale, il paragnosta
racconta un sacco di cose che il mercato gli ha detto, con mia grande invidia, dato che di mercato non mi parla neanche quello del modernariato.
Mai aggiornare tutti gli apparecchi tutti insieme. Se andasse male qualcosa, potrebbe non essere disponibile una scappatoia o una piattaforma dalla quale ripartire.
Invece l’ho fatto. In una pausa pranzo ho lanciato gli aggiornamenti di tutto. Mac, iPad, iPhone, watch, tvOS.
Un mito da sfatare è che si consumi molto tempo. Era anche vero una volta; nella pausa propriamente detta avevo terminato gli aggiornamenti di Mac, iPad e iPhone. watchOS è arrivato dopo perché aspettava l’aggiornamento di iPhone; tvOS è arrivato dopo perché pensavo che scaricasse il software intanto che guardavo
Invasion e invece no. Per le 15 comunque era tutto finito, cinque apparecchi aggiornati nel giro di due ore.
Mi farei pochi problemi a installare
macOS 14, alias Sonoma, che esce oggi, anche perché i goliardi di The Eclectic Light Company hanno già annunciato
la cronologia dei futuri aggiornamenti del sistema.
Insider? Cacciaballe? Clickbait? Veggenti? Gente che spara nel buio sperando di centrare comunque una preda?
Semplicemente, gente esperta di come vanno le cose a livello tecnico nello sviluppo dei sistemi operativi per Mac da quando esce una nuova edizione ogni anno. Più o meno i tempi sono sempre quelli, le esigenze e le soluzioni contenute nei vari aggiornamenti si somigliano e, dopo anni, è possibile guardare a una regolarità.
John D. Cook ha ragione:
è difficile avere un elenco esaustivo delle entità Html. La parola chieve è esaustivo qui; mentre alle accentate o a qualche carattere semigrafico di uso più comune ci si arriva in fretta, le entità definite nello standard sono di una varietà notevole. Svelto: come si scrive √ in Html? È solo un esempio
Lui fa del suo meglio, producendo un
elenco di entità XML proveniente da W3C e poi due colonne di testo che, dice a ragione, risultano più human-readable che machine-readable.
Avrà ragione, e se sì in che misura, Cory Doctorow nella sua invettiva contro Apple che
nega il diritto alla riparazione a colpi di Vin locking?
Per proseguire bisogna sapere che Vin sta per Vehicle identification number e si riferisce alle codifiche che i costruttori inseriscono nella componentistica dei loro apparecchi – qualunque cosa, dalle auto fino ai ventilatori – per combattere le falsificazioni e la pirateria ma anche controllare il business della riparazione e dei ricambi.
Che bella questa
storia breve degli aggiornamenti di macOS da El Capitan in avanti, ospitata su The Eclectic Light Company.
La lettura è concisa ma nutriente, dato che le sintesi sono ricavate dagli articoli estesi scritti dall’autore al tempo di ciascun aggiornamento. Niente viaggi nella memoria, che è fallace peggio della RAM, piuttosto riassunti di cronaca.
È anche una bella medicina contro i ricordi che ci sono rimasti in testa, forse un po’ troppo selettivamente; questo lo avevo installato in un attimo, quell’altro mi aveva dato un sacco di problemi… e – può darsi – invece no.
Non fai in tempo a parlare di
Pixel Tablet messi in vendita giusto per smaltire componenti che The Verge riporta
l’assenza di opzioni di riparazione in caso di danni allo schermo di un Pixel Watch.
Emerge dal pezzo che la garanzia rilasciata da Google (o forse Alphabet, non ho approfondito) copre pressoché nulla. Non ci sono estensioni di garanzia, non ci sono centri di supporto. Le possibilità a disposizione sono, testuale dal pezzo, trovare un altro Watch su eBay (!) oppure imbarcarsi nella procedura di sostituzione descritta dai consueti eroi di iFixit.
Da una chiacchierata con la secondogenita (!) mi è uscita una riflessione puerile, che tuttavia condivido.
Puoi tenere tutti i tuoi device… ma puoi usare solo una funzione. Quale scegli?
A me è uscita così:
iPhone: Personal hotspot
Mac: Terminale
iPad:
Runestone
Apple Watch: Salute
Apple TV: Movies
Vision Pro: boh? (Vedremo)
Naturalmente è meno di un divertissement, giusto un pensiero ozioso. Tuttavia mi ha fatto focalizzare piuttosto bene che cosa effettivamente ci faccio di indispensabile o quasi, con i device.
Mi ricordo quando si parlava della precisione di watch e di quando
Apple riprendeva i prototipi a mille fotogrammi al secondo e faceva la stessa cosa con un orologio atomico, per mettere a confronto i due apparecchi. Attenzione minuziosa ai dettagli.
Con watchOS 10, arriva un quadrante
dedicato a Snoopy e Woodstock. I due personaggi danno vita durante il giorno alla bellezza di 148 diverse animazioni, amministrate da un pezzetto di software che provvede a evitare o limitare le ripetizioni. Minuziosa attenzione ai dettagli.