Rimango convinto che uno dei fattori decisivi per la maturazione della cultura Apple autentica, quella che porta la magia nel design, quella che semplifica la vita a chi deve usare le cose, derivi anche da una attitudine alla ribellione e alla volontà di rompere le regole del gioco pur di affermare una buona idea. Anche se le regole sono quelle aziendali.
Esempio classico: la Calcolatrice Grafica, che Ron Avitzur portò a compimento e alla sua inclusione nei dischi di sistema di Mac OS in circostanze romanzesche, con finti badge, Mac prestati di notte da ingegneri silenziosamente d’accordo con un progetto mai diventato ufficiale e così via.
Qualcosa che sia stato scaricato sei miliardi di volte può essere criticato, ma indiscutibilmente è un successo. Qui sopra è linkata la notizia breve da TechCrunch e questo invece è il post con l’annuncio ufficiale.
Quel qualcosa è il media player VideoLan Client, o VLC.
Se ne parla pochissimo, eppure è un successo clamoroso della comunità open source. Non è detto che sia il migliore in assoluto su tutte le piattaforme, ma è supercompatibile, pieno di funzioni, in continuo sviluppo, maneggevole, comprensibile, con una buona interfaccia.
Sam Altman, fondatore di OpenAI e creatore di ChatGPT, ha aggiornato sul proprio blog lo stato dell’arte della sedicente intelligenza artificiale. Sottinteso: lo stato dell’arte prossimo venturo.
Ora siamo fiduciosi di sapere come costruire la AGI così come la abbiamo tradizionalmente concepita.
AGI è Advanced General Intelligence, termine coniato in sostituzione della classica intelligenza artificiale, ora deputato a contrassegnare intelligenze che non lo sono, da ChatGPT in giù. L’idea di un computer capace di ragionare alla pari di un umano.
È passato fin troppo tempo prima di tributare il giusto omaggio a Melabit.
Il blog di Sabino (mi permetto di andare sul personale visto che è ospite abituale oltre che gradito di queste paginette) ha anni di contenuto alle spalle e ora si ripresenta in formato tutto nuovo e moderno, in due lingue e con tanto sviluppo di novità ancora in corso, per soddisfare qualsiasi voglia di lettura e comprensione.
Una degna conclusione del periodo festivo è la soluzione completa dei problemi di Advent of Code 2024.
Scritta in un migliaio di righe in Common Lisp.
Infliggo solo questa, anche se già dalla conversazione in Reddit escono molti altri spunti in merito. Se poi si va sul canale Common Lisp, l’unico problema è l’abbondanza.
Qualcuno, a parte il linguaggio, ha provato?
Gli ostacoli al gioco di eccellenza con Mac diminuiscono, piano piano.
Ars Technica parla di una storia ai limiti dell’esilarante: i giocatori beccati a praticare Marvel Rivals su Mac o su Linux, grazie ai poteri dell’emulazione, venivano messi al bando per cento anni, con la colpa di avere barato.
Qualcuno ha protestato e ci ha messo una buona parola anche l’amministratore delegato di CodeWeavers, l’azienda che sviluppa l’emulatore CrossOver. Usare un gioco attraverso uno strato di emulazione non significa necessariamente giocarlo in modo scorretto né prendersi vantaggi impropri rispetto ai giocatori su Windows.
Dopo essere riemerso da un problema di danno al firmware di Mac, ho pensato di iniziare in maniera speriamo definitiva l’anno con una controllata sotto la superficie dell’apparato.
Così ho sottoposto il disco a una passata con Utility Disco e pare che sia tutto a posto.
Con il disco Time Machine è stato più complesso. Le Impostazioni di macOS non prevedono che Time Machine possa essere spento; al massimo si può impostare in modalità manuale.
Ho affiancato Mac mini vecchio e Mac mini meno vecchio, bisognoso di una reinstallazione del firmware.
La procedura per mettere un Mac mini M1 in modalità Dfu è bizzarra ma semplice. Si spegne la macchina. Si toglie il cavo di alimentazione. Si preme e si tiene premuto per dieci secondi il tasto di accensione.
Sempre con il tasto di accensione premuto, si ridà corrente con il cavo. Se tutto è stato fatto bene, Mac mostra una luce arancione fissa.
Ho trovato aiuto da parte del supporto Apple per soccorrere il mio Mac mini che si è bloccato nel mezzo dell’aggiornamento firmware a Sequoia 15.2.
La pagina di supporto spiega – sintetizzo – che una possibilità. Intanto bisogna che ci sia accesso a Internet durante il soccorso e lo abbiamo.
Occorre un altro Mac che monti come minimo Sonoma e che i due siano collegati tramite un cavo Usb-C. Il Mac bloccato deve avere il cavo nella porta Usb specifica per la modalità Dfu (la modalità tipica della reinstallazione del software di un iPad).
Pubblicherò questo post in ritardo perché, durante l’aggiornamento a Sequoia 15.2, Mac mini da due ore abbondanti mostrava la scritta manca un minuto e la barra di progressione era desolatamente immobile.
Passate le tre ore ho forzato lo spegnimento nella speranza che la macchina si riprendesse e invece no. L’aggiornamento del firmware è stato interrotto e l’unico segno di vista è un triplo lampeggio arancione del Led esterno.
Domani cercherò soluzioni oppure un appuntamento al Genius Bar.