Per quanto a mio agio con le attuali tastiere Apple, da anni all’altezza della situazione (non è sempre stato così, nell’interregno dei
PowerBook Duo per esempio), sento ancora un pizzicore di invidia di fronte al setup
mostrato su Ars Technica da Iljitsch van Beijnum: triplo schermo a parte, una solida e impeccabile tastiera modello M di Ibm, vent’anni di vita e tuttora performante.
Quanto vive un disco rigido?
Nel 1980 Steve Jobs regalò un Apple II a
Seva Foundation, una organizzazione benefica dedita a curare malattie degli occhi nei Paesi in via di sviluppo, fondata da Larry Brilliant, medico amico della famiglia Jobs. Il cofondatore di Apple staccò anche un assegno di cinquemila dollari e mise nel pacco una copia di un software che si annunciava rivoluzionario,
VisiCalc.
Dicevo, gli autori del XXI secolo
devono avvicinarsi al lato tecnico della produzione dei libri, soprattutto libri elettronici.
Fa impressione il lungo e meticoloso
articolo dedicato da GigaOm alle fattorie solari di Apple che girano a pieno regime dopo, racconta Katie Fehrenbacher, un ancora più lungo periodo di gestazione in grande segretezza per affrontare il tema dell’indipendenza energetica come altre aziende non hanno fatto.
Nel mio iPad, in alto a sinistra, c’è
Goodreader. Nell’iPad di servizio, usato soprattutto per il gioco di ruolo, c’è
MaPnakotic. Nel mio iPhone, in alto a sinistra, c’è Messaggi. Nel tuo?
Si potrebbe pensare di optare per un nuovo
iPad Air perché va pazzescamente più veloce di prima (inutile dire il doppio, significa niente; bisogna fare scorrere un Pdf elefantiaco oppure provare una pagina web bella pesante per JavaScript).
A scuola si dovrebbe imparare a scrivere e non a usare Word. Si dovrebbe studiare l’Html e non Dreamweaver. Si dovrebbe studiare il funzionamento dei sistemi operativi invece che Windows.
Premesso che il lavoro lo ha raccolto
The Loop ed è stato svolto da
John Gruber, ecco le conclusioni. Il primo è
Matthew Lynn, 14 gennaio 2007:
iPhone è solo un’esca di lusso che parlerà a pochi maniaci di gadget. In termini di impatto sul mercato, è meno rilevante.
Gand ne ha fatta un’altra delle sue. Come mi ha scritto,
una pagina con l’elenco delle app open source per iPhone e iPad disponibili su iTunes Store.