Che noia essere stabili
Horace Dediu ha scritto un pezzo così bello e preciso che spero mi perdonerà per rubargliene gran parte (se non altro, è breve).
Horace Dediu ha scritto un pezzo così bello e preciso che spero mi perdonerà per rubargliene gran parte (se non altro, è breve).
Se si incrociano le dichiarazioni dei dirigenti Apple con quelle dei vertici di Microsoft in occasione dei rispettivi annunci finanziari trimestrali, si sa con certezza che watch ha fatturato più di Surface.
I risultati finanziari di Apple non sono una cerimonia particolarmente esaltante e non è neanche molto divertente ascoltarli: la qualità dell’audio è telefonica e gli analisti sono specializzati nel mangiarsi le parole, borbottare, adoperare gergo klingoniano e dare per scontate due parole su tre per ciascuna frase. Nonostante questo c’è stato uno scambio di battute interessante tra Toni Sacconaghi di Sanford Bernstein e Tim Cook, amministratore delegato di Apple. Sacconaghi ha chiesto più o meno in che fascia di mercato cellulare vuole giocare Apple: se intenda stare tra i telefoni sopra i trecento dollari (e quindi avere una quota di mercato del 60 percento) oppure sopra i seicento dollari ( e avere una quota di mercato del 90 percento, a parità di venduto).
Facciamo finta per un momento che sia vero: l’82 percento di tutto l’ascolto di podcast, quando è mobile, avviene su iPhone.
Riassunto delle puntate precedenti: supponi di voler usare sul Mac una chiavetta Internet ricaricabile, per un periodo di tempo limitato e navigando come faresti a casa. Wind ha a disposizione una buona offerta ma bisogna ricordarsi che il loro tagliare la banda a fine consumo non è a trentadue chilobit, ma a zero virgola: è impossibile fare qualsiasi cosa diversa dal telefonare al 155. Se non c’è campo, è fatta: sei isolato.
Si è già visto come iPhone si aggiudichi il novantadue percento di tutti i profitti nel settore cellulare.
È noto il mio amore per Battle for Wesnoth, gioco di strategia a turni ricco interessante e affinato come pochi giochi open source arrivano a essere, banale da cominciare e pazzamente difficile da padroneggiare.
Su iOS credo che stiamo arrivando al punto in cui vale la pena di investire su una app quando, se ti metti a usarla, finisci per abbandonarne almeno due.
Strepitoso articolo di Craig Hockenberry su watch e l’acqua.
L’8 giugno TechCrunch scrive che App Store ha passato il milione e mezzo di app. Lo scrive anche PhoneArena. Il 15 luglio, l’altroieri, GsmArena scrive che App Store ha passato il milione e mezzo di app. Lo scrive anche ITProPortal. Il mezzo 37 giorni durante i quali, suppongo, la Terra ha cessato di ruotare attorno al proprio asse. L’alternativa è che ci siano redazioni composte da nonmorti che vengono evocati nelle notti di luna piena, una volta al mese (lunare).