Ho sfruttato la pubblicazione di OS X 11.2 per abbandonare la beta pubblica del sistema operativo – che non mi servirà più prima dell’estate – e la dritta di Fëarandil ha funzionato a perfezione: via la spunta alla casella giusta delle preferenze di App Store e poi normale aggiornamento di sistema.
Su App Store si possono vedere le classifiche secondo Apple delle migliori app e dei migliori giochi e constato con perplessità di non avere su iPad neanche un esemplare delle une e degli altri.
Vivo felice fuori dalla nuvola consumistica, sono un utilizzatore non tipico, ho criteri differenti oppure mi sto perdendo qualcosa? Per Natale mi farò più di un pensierino e, specie tra i giochi, si vedono cose promettenti anche di tipo free-to-play con investimento iniziale zero.
Scenario: fuori è freddo e buio. Gli altri dormono, ciondolano a tavola dopo un pranzo troppo lungo, oppure guardano intontiti uno di quei film da vacanza, replicati ogni anno da vent’anni su tutti i canali. A guardare bene si potrebbe anche intravedere un fiocco di neve transitare davanti alla finestra.
Apple ha cambiato uno slogan sull’open source su una delle proprie pagine per gli sviluppatori e mi sento un po’ offeso. Il testo diceva così, inglese originale e mia traduzione in italiano:
Sono un po’ fissato con i calendari dell’Avvento. Non ne colleziono, non ne studio la storia, non li analizzo; se però ne vedo uno, è quasi inevitabile che me lo porti dietro fino a Natale (o san Silvestro, dato che per molti è solo un pretesto e osservano la durata del mese più che quella del tempo liturgico).
Ecco, sono saltati fuori un calendario dell’Avvento per Perl 6 (versione del linguaggio di prossima uscita) e anche per la versione 5, al momento quella ufficiale.
Un po’ abusato, il paragone con i soldati giapponesi nascosti in una giungla che sono andati avanti a combattere la Seconda guerra mondiale per altri trenta o quarant’anni, fino a che li hanno trovati.
Per la categoria minuzie veramente microscopiche, ho trovato un bug della app
Twitter veramente piccino e fastidioso: dopo avere digitato # e avere attivato il blocco maiuscole, esso si disattiva dopo la prima lettera.
Il Mac è rimasto a casa e il progetto era aggiornare il blog attraverso
Chrome Remote Desktop. Che ha funzionato benissimo, fino a quando per qualche ragione Mac ha perso la connessione e aggiornare è diventato impossibile.
In aeroporto ho passato tutti i controlli e le registrazioni tranne l’ultimo tramite esibizione della carta di imbarco su
watch. La
app di Easyjet ha trasmesso graziosamente il documento a Wallet, che lo ha replicato sul quadrante da quarantadue millimetri ma più che sufficiente. (In seguito mi sono accorto che Easyjet ha la versione watch della sua app, la quale però non replica la carta di imbarco sull’orologio).
Devo a
Mario questa
gemma micidiale di Fraser Speirs: MacBook Pro può sostituire il tuo iPad?