I nuovi MacBook Pro sono i primi nella storia di Apple a partire senza il caratteristico bong di apertura (che poi è cambiato diverse volte).
C’è anche un motivo: da spenti e chiusi, basta aprirli perché si accendano. Si comportano come ha sempre fatto un MacBook Pro in stop. E un MacBook Pro in stop che si risveglia, non fa rumore. In una sala riunioni affollata, o una biblioteca, o in casa mentre tutti dormono, fa la differenza.
Ho perso il conto delle reazioni, da Facebook in su, alle presentazioni dei nuovi MacBook Pro e del Surface Studio di Microsoft.
Sono stato sollecitato dall’amico Jida sul tema del sogno tecnologico, declinato in quello che si vorrebbe vedere da Apple, corrispondente o meno alla materialità degli annunci di prodotto.
Ci ho pensato.
Le mie soddisfazioni tecnologiche attuali arrivano da watch. Succede qualcosa, ti scrivono, ti contattano…? Lo sai con uno sguardo al polso, niente più.
E poi da iPad. Tralascio l’aspetto portatile; la sera a letto, di giorno sul divano, la mattina a fianco della colazione.
Apple ha
presentato i nuovi MacBook Pro e come prevedibile è partita la litania dei professionisti che si sentono abbandonati.
Se giocavi a
Zork ti capitava prima o poi di essere mangiato da un
grue per essere entrato in un posto buio senza una fonte di luce a disposizione.
Negli ultimi giorni una parte notevole di Internet è stata
messa in ginocchio da attacchi Distributed Denial of Service (DDoS): faccio in modo che il tuo sito riceva talmente tante richieste di accesso che non ce la fa e schianta. Poi tengo il livello di richieste più alto che posso, in modo che il sito rimanga irraggiungibile.
Si era appena tornati sulla faccenda delle tavolette Surface fatte ingoiare al mondo del fooball americano a suon di dollari da Microsoft che arriva un contorno interessante.
Colin Kaepernick e Chip Kelly dei 49ers di San Francisco hanno parlato pubblicamente dei loro problemi con Surface e questa sarebbe la notizia. Cioè la cosa meno interessante.
Molto meglio andare sulla pagina di Slashdot che tratta la notizia e leggere i commenti. Cito solo qualcosa:
Nel Finder si trova una cartella con centoquattordici immagini e c’è un problema di file che non devono superare i quattro milioni di pixel totali.
Non i quattro megabyte: i quattro megapixel. Non è lo stesso.
Il programma che li deve trattare ha un problema se le immagini superano appunto i quattromila pixel; ma segnala solo le prime dieci che superano il limite e poi rimanda la questione all’operatore.
Il quale, essendo su un Mac, avvia una ricerca per numero totale di pixel.
Due giorni di immagini indicative del ruolo di Mac nelle vite e nel lavoro delle persone. Oggi, foto pubblica di schermo Windows da parte di Stefano:
Plugin di attesa al Foreign Office.
Suppongo in Paese straniero. Ma l’idea dei sistemi che malfunzionano è evidentemente transnazionale.
Scrive Lorescuba:
Teatro nazionale, musical Footloose. Musica e voci live, foto del direttore dell’orchestra… casualmente si vede un Mac…
Improbabile. Apple, mi dicono, si è dimenticata dei professionisti.