Qualsiasi cosa verrà annunciata al Wwdc che comincia il 10 giugno prossimo, ho già una curiosità appagata. Sul sito di Swift infatti si trova già la versione superprovvisoria e nientecollaudata della versione 3 del più recente linguaggio di programmazione di Apple. Nessun dubbio che al raduno dei programmatori si parlerà appunto (anche) del linguaggio di programmazione.
È importante perché la diffusione di Swift, diventato open source e per esempio disponibile per Linux, sta facendo passi da gigante.
In riferimento alle mie avventure con il muletto, ho passato del tempo apprezzabile sul virtualizzatore Android BlueStacks, sollecitando di conseguenza la scheda grafica.
Ancora una volta, un MacBook Air 13” di metà 2012 come minimo pareggia, forse supera, il mio MacBook Pro 17” di inizio 2009. Prossima avventura, VirtualBox, che dovrebbe essere un compito ancora più pesante. Riferirò.
Comincia il periodo che considero estivo nel senso che più facilmente mi trovo con una connessione debole e, per quanto ci sia sempre da fare fino ad agosto, le giornate sono più lunghe e viene più voglia di combinare qualcosa di extra.
Da tempo volevo provare a impratichirmi di Go e ho trovato Dragon Go Server, sito spartano ma funzionale, che permette di trovare avversari e misurarsi su plance di qualsiasi dimensione.
Ogni tanto sento preoccupazioni per come le informazioni digitali che creiamo verranno preservate per i posteri, e come saranno leggibili se mancheranno le macchine originali che le hanno create eccetera.
Poi vedo ZEsarUX. Non l’ho ancora provato estesamente, ma una scorsa alle specifiche lo presenta come l’emulatore Spectrum più completo e versatile che sia uscito finora. Dire Spectrum è pure riduttivo, dato che il numero delle macchine effettivamente emulate va ben oltre.
Il mio epico
MacBook Pro 17” (inizio 2009) è fermo ai box per un problema di degrado della tastiera. In attesa di riavere il computer con una nuova tastiera (reperibile su Internet per una ventina di dollari), sto usando come muletto un
MacBook Air 13” (metà 2012).
Mi è venuto questo pensiero. Amo Editorial eppure ho praticamente smesso di usarlo per i suoi problemi ricorrenti di sincronizzazione con Dropbox e, in modo complementare, per la mancanza di sincronizzazione di iCloud. Al suo posto utilizzo Drafts, anche se non ho il pattern di utilizzo adeguato per abbonarmi e quindi lo tengo in modalità gratuita.
L’autore, Ole Zorn, ha già fatto sapere di non avere al momento intenzioni di aggiornare l’applicazione.
Conforta vedere che cambiano i secoli, le piattaforme, gli equilibri, le tecnologie, i trend tecnologici, ma il modo di preparare una recensione cialtrona e imbecille lo si trova comunque.
Esempio pronto in tavola quello di Engadget che presenta lo ZenBook 3 di Asus: più sottile, leggero e veloce di MacBook.
Che roba, eh? Un altro mito che crolla. Poi uno legge le differenze: 13,61 grammi. 1,3 millimetri. Sfido qualunque essere umano bendato a percepire la differenza.
Per alzare la mano durante l’ora di matematica e dire che prof, esiste un sistema di calcolo algebrico computerizzato open source che si chiama Maxima e funziona su Windows, su Mac e su Linux. Potremmo fare lezione con quello, invece che scarabocchiare con il gesso e pasticciare sui quaderni a quadretti.
Oltretutto è scritto in Common Lisp, che significa nulla dal punto di vista dell’utilizzatore ma a me fa simpatia a prescindere.
Si nota subito il titolo: La clessidra del tempo, come se ve fossero altre. (Varianti sul tema: La bilancia del peso, La lampada della luce, La ruota che rotola).
Il settore, messo alle strette dalla crisi, si riscatta con ricerca e tecnologia.
Veramente? L’inserto del Corriere è di settantadue pagine, delle quali due dedicate ai computer da polso. Uno di questi, nel 2015, ha venduto per sei miliardi di dollari. Rolex, per dire, ne ha totalizzati quattro e mezzo.
La Nasa ha un elenco di consigli di design tipografico per i testi di cui dispongono i piloti in cabina. Una spiegazione semplice ed efficace del perché scrivere a tutte maiuscole inficia la leggibilità di un testo. Quanto serve poco a fare la differenza in un cartello stradale e salvare delle vite.
Questo e altro in un bell’ articolo di ProPublica. I rudimenti della tipografia andrebbero insegnati a scuola.
Chi può, a proposito, non manchi la visita a Kerning.