Durante i playoff che chiudono la stagione della National Hockey League americana, ogni panchina avrà a disposizione tre iPad per rivedere pressoché istantaneamente le azioni cruciali e decidere se richiedere agli arbitri un riesame della loro decisione.
Come sottolinea l’
articolo di Associated Press, nelle fasi finali del campionato di hockey le segnature si riducono di numero e le azioni si giocano su un filo di rasoio ancora più tagliente; azioni che, nel decidere una eliminazione o una vittoria, pesano milimoni di dollari.
Mi hanno di nuovo messo in relazione Office a scuola con il riuscire a trovare lavoro una volta terminata la scuola stessa.
Per un periodo della vita ho avuto l’esigenza di produrre diagrammi di gran qualità in poco tempo e, magari, di doverli modificare all’ultimissimo istante, anche in ascensore appena prima di entrare in ufficio.
Ho fatto le cose per bene con l’acquisto di
Omnigraffle in versione Mac e iPad, a un prezzo complessivo da vero software. Sono rimasto veramente soddisfatto. Poche volte soldi spesi altrettanto bene.
Passato qualche anno, oggi Omnigraffle mi tornerebbe utile, solo che la versione iPad 1.9.3 in mio possesso salta per aria appena dopo il lancio. Avendo accettato di spedire a The Omni Group il resoconto dell’errore, ho ricevuto una email di spiegazione: Omnigraffle si appoggia a impalcature Apple tanto cambiate negli anni al punto che, sotto iOS 9, non funziona più. Né basterebbe un aggiornamento, poiché App Store non accetta più app basate su quelle impalcature lì.
Ho scoperto tardi la notizia del
primo corso al mondo di programmazione per Android in linguaggio… Swift. Corso creato da italiani, tra l’altro.
Federico Viticci manda avanti un sito a tema Apple, MacStories, scritto in inglese con abbondanza di collaboratori madrelingua, specie dagli Stati Uniti. Di conseguenza si ritrova a dover maneggiare una contabilità personale mista in dollari ed euro, che va convertita in euro prima di divenire ufficiale.
Ho passato la giornata al
Salone del Risparmio 2017 tra finanzieri, gestori di fondi, banchieri privati e personali, sviluppatori di software per istituzioni finanziarie, società di intermediazione e affini.
Ho visto la solita ventata di Mac ma, differentemente dall’
anno scorso, c’era una valanga di iPad. Impiegati dai compiti più umili, come la raccolta dei dati anagrafici, a quelli più ambiziosi, come l’amministrazione di motori intelligenti di risparmio autogestito oppure l’editing video compiuto al momento, appena girata l’intervista.
Mi piace poco scrivere cose in accordo con altri, ma devo fare una eccezione. Sostenevo questo a proposito di Swatch e del suo intento di
creare un sistema operativo autonomo per computer da polso:
Rimango dell’opinione che siano stati fatti calcoli un po’ troppo ambiziosi, oppure che gli obiettivi siano molto modesti rispetto a come se ne parla.
Capisco perfettamente le esigenze e i desideri di tante persone che chiedono processori sempre più veloci, schede grafiche sempre più potenti, dischi sempre più capaci, funzioni di rete sempre più pervasive, efficienze sempre maggiori, prezzi sempre minori.
I so-tutto-io che leggono la lista dei componenti e dichiarano che un Android è meglio di un iPhone perché monta più Ram a bordo e ignorano che
iPhone offre prestazioni migliori con specifiche inferiori.
Il discorso sulle
convenzioni che cambiano al mutare delle circostanze spiega molte decisioni di interfaccia utente di Apple, oltre contingenze come la direzione di scorrimento dei contenuti di una finestra o la sostituzione di tasti funzione fisici e immutabili con una barra Oled sensibile al tocco.
Per esempio, il filesystem tradizionale contrapposto all’architettura app-centrica di iOS, anche se sarebbe meglio dire di iCloud.
Ieri ero in viaggio e mi serviva modificare un file grafico di Pixelmator, presente nel mio Mac e salvato in iCloud, ovvero “dentro” Pixelmator.