Linguaggio dirompente
Ho scoperto tardi la notizia del primo corso al mondo di programmazione per Android in linguaggio… Swift. Corso creato da italiani, tra l’altro.
Ho scoperto tardi la notizia del primo corso al mondo di programmazione per Android in linguaggio… Swift. Corso creato da italiani, tra l’altro.
Federico Viticci manda avanti un sito a tema Apple, MacStories, scritto in inglese con abbondanza di collaboratori madrelingua, specie dagli Stati Uniti. Di conseguenza si ritrova a dover maneggiare una contabilità personale mista in dollari ed euro, che va convertita in euro prima di divenire ufficiale.
Ho passato la giornata al Salone del Risparmio 2017 tra finanzieri, gestori di fondi, banchieri privati e personali, sviluppatori di software per istituzioni finanziarie, società di intermediazione e affini. Ho visto la solita ventata di Mac ma, differentemente dall’ anno scorso, c’era una valanga di iPad. Impiegati dai compiti più umili, come la raccolta dei dati anagrafici, a quelli più ambiziosi, come l’amministrazione di motori intelligenti di risparmio autogestito oppure l’editing video compiuto al momento, appena girata l’intervista.
Mi piace poco scrivere cose in accordo con altri, ma devo fare una eccezione. Sostenevo questo a proposito di Swatch e del suo intento di creare un sistema operativo autonomo per computer da polso:
Rimango dell’opinione che siano stati fatti calcoli un po’ troppo ambiziosi, oppure che gli obiettivi siano molto modesti rispetto a come se ne parla.
Capisco perfettamente le esigenze e i desideri di tante persone che chiedono processori sempre più veloci, schede grafiche sempre più potenti, dischi sempre più capaci, funzioni di rete sempre più pervasive, efficienze sempre maggiori, prezzi sempre minori.
I so-tutto-io che leggono la lista dei componenti e dichiarano che un Android è meglio di un iPhone perché monta più Ram a bordo e ignorano che iPhone offre prestazioni migliori con specifiche inferiori.
Il discorso sulle convenzioni che cambiano al mutare delle circostanze spiega molte decisioni di interfaccia utente di Apple, oltre contingenze come la direzione di scorrimento dei contenuti di una finestra o la sostituzione di tasti funzione fisici e immutabili con una barra Oled sensibile al tocco. Per esempio, il filesystem tradizionale contrapposto all’architettura app-centrica di iOS, anche se sarebbe meglio dire di iCloud. Ieri ero in viaggio e mi serviva modificare un file grafico di Pixelmator, presente nel mio Mac e salvato in iCloud, ovvero “dentro” Pixelmator.
Un numero oramai pazzesco di anni fa ho scritto un post su un evento storico, se non altro, per la distanza cronologica: l’evento stampa organizzato da Apple per fare il punto su iPhone 4, che aveva il problema del death grip. Ossia, perdeva segnale se la mano copriva le antenne di bordo, come tutti i telefoni cellulari su questo pianeta.
Panic Software ha pubblicato la propria relazione sull’andamento del 2016, di cui consiglio la lettura. È gente che lavora bene, con ottimi prodotti e uno spirito assolutamente invidiabile, sulla breccia da vent’anni.
Le vendite di iPad sono in diminuzione. Il prodotto ha avuto un boom enorme alla nascita, con un ritmo di vendita francamente insostenibile. E poi si è dimostrato mostruosamente durevole: a casa mia il primo iPad è ancora in funzione, affidato alla figlia, e io lavoro senza problemi (tranne qualche lentezza che inizia a farsi sentire) su un modello di terza generazione, che sta per compiere cinque anni. Il ricambio degli iPad, alla faccia di chi blatera di obsolescenza programmata, sarà pachidermico nei ritmi. In un certo senso neppure è iniziato.