Questione chiusa, per forza
Se John Gruber dedica una pagina di Daring Fireball all’ inutilità di chiudere sistematicamente in modo forzato le app su iOS, nel 2017, vuol dire che c’è un’emergenza sociale o qualcosa di simile.
Se John Gruber dedica una pagina di Daring Fireball all’ inutilità di chiudere sistematicamente in modo forzato le app su iOS, nel 2017, vuol dire che c’è un’emergenza sociale o qualcosa di simile.
Che bella l’operazione di Fabrizio Venerandi: prendere un vecchio gioco digitato pazientemente per il Basic di Apple ][ e riadattarlo in JavaScript a una qualsiasi finestra del browser.
Il ciclo delle notizie, come lo chiamano in Usa, è davvero in sofferenza e l’estate aguzza gli ingegni di chi deve riempire di pubblicità a basso valore pagine web di valore ancora inferiore.
Ne è portavoce The Verge, con un articolo surreale su come dovrebbe diventare lo smartwatch per sopravvivere.
La tesi è infatti che il concetto non funzioni e che la sua evoluzione debba essere l‘integrazione della tecnologia dentro il cinturino, che possa essere applicato a orologi convenzionali o ibridi, un po’ analogici un po’ digitali.
Rimane vivo il dibattito sulla capacità di iPad di sostituire il computer, tenendo presente che siamo vicini a quello sulla capacità del computer di sostituire iPad; Tuttavia Motley Fool alza con decisione l’asticella della sofisticazione dell’argomento.
Non è da tutti osare proporsi con un pezzo intitolato Non comprerò il nuovo iPad Pro articolato su ben due argomenti:
Come livello siamo a Jannacci: vengo anch’io! No, tu no.
Leggo che Windows Phone avrebbe costituito lo 0,1 percento dei sistemi da tasca venduti nel primo trimestre dell’anno. Insomma è nullificato, solo che per cortesia lo si tratta ancora da pari. (No, non supererà iPhone entro il 2015).
È un periodo di mio scarso interesse per il software Mac. BBEdit copre le mie esigenze professionali e non vedo programmi così dirompenti da convincermi a cambiare abitudini in altri campi.
L’amico Akko mi fa sapere di aspettare da due settimane una risposta alla email che riporto di seguito:
Buongiorno, leggo che avete “sfornato” da poco la prima classe di graduati della Apple Academy. Noi saremmo interessati a ingaggiarne uno, per ora per un lavoro che impegnerà circa sei mesi e potenzialmente per una assunzione a tempo indeterminato alla fine. Come faccio a far pervenire ai ragazzi una proposta?
La email è stata spedita il 5 luglio all’indirizzo developeracademy@unina.it, che appunto corrisponde alla Apple Academy.
I sempre più benemeriti di Archive.org hanno aggiunto un nuovo emulatore dei tempi andati alla loro crescente raccolta: non hanno solo un Mac, ma addirittura HyperCard, usabile come fosse il 1987, dentro un comune browser.
Sostengo che l’esperienza vada assolutamente compiuta dato che HyperCard è stato un pezzo di software straordinario e geniale.
Ma non scriverò in anticipo sui tempi perché, quando i tempi sono arrivati, era rimasto indietro, spettacolare per la sua epoca ma di poco aiuto andando avanti.
Lettura raccomandata quella di Jason Snell su MacWorld perché porta una ventata di informazione nel delirante panorama delle illazioni sul prossimo iPhone. Segnatamente sull’ipotesi che Apple possa proporre un modello molto evoluto e molto costoso da vendere in quantità relativamente piccole dove invece i grandi numeri sarebbero riservati agli ordinari, averne, iPhone 7S e 7S Plus.
All’idea di pezzo prezzo più alto ci sono commentatori che si scatenano subito e mancano completamente di cogliere il succo della questione, ottimamente spiegato da Snell. Appke può permettersi di inserire in iPhone tecnologia inseribile in duecento milioni di unità annue, più o meno.
Mentre le news sono piene di speculazioni surreali attorno al prossimo iPhone e mi chiedo come si possa parlare ma soprattutto leggere seriamente su un prodotto che per due mesi almeno non esiste ancora, succedono cose come la chiusura di Vertu.
Fondata nel 1998 da Nokia per vendere telefonini di lusso a persone ricche disposte a spendere tipo diecimila dollari per modelli in pelle umana o tempestati di pietre preziose, dopo il tracollo del gigante finlandese è andata in mano a faccendieri il penultimo dei quali l’ha venduta all’ultimo glissando su debiti per 165 milioni di dollari che sono saltati fuori solamente dopo.