Il riconoscimento delle facce effettuato sulla libreria fotografica di un’utenza Apple non viene effettuato usando iCloud. Ogni apparecchio cifra le foto prima di inviarle sulla nuvola e pertanto sui server non si trova materiale per fare lavorare gli algoritmi di deep learning.
Gli ingegneri si sono pertanto impegnati perché il riconoscimento delle facce nelle foto avvenga localmente, all’interno di ciascun iPhone. Per riuscirci occorre superare alcuni ostacoli rilevanti come esigenze di memoria e di spazio, potenza computazionale, reattività delle risposte, necessità di assicurare la performance di tutte le altre attività di iPhone, che l’utente desidera siano istantanee.
L’amministratore delegato di Microsoft Satya Nadella è in tour per promuovere il suo ultimo libro. Incontrando giornalisti muniti di iPad Pro, gli ha detto
amici, avete bisogno di un vero computer.
Citazione da
Come iPhone si è guadagnato il suo record di sicurezza.
Se il meteo funzionasse come gli analisti che pretendono di prevedere l’andamento dei mercati tecnologici, sarebbero tutti a casa o quasi.
Per quanto sia sempre accaduto, specialmente negli ultimi anni,
l’intento di scoraggiare l’acquisto o almeno falsare la percezione di iPhone X viene perseguito con una intensità che non avevo ancora visto, salvo i tempi dell’antennagate. Dove però, almeno, c‘era qualcosa di cui parlare.
Qui invece si può solo inventare. Allora saltano fuori storie come la maschera di silicone che sblocca Face ID. In sé è una sciocchezza: dati il profilo 3D già pronto di una persona consenziente, centocinquanta dollari di materiali, cinque tentativi e finalmente l’annuncio (che nessuno ha verificato o riprodotto fuori dal laboratorio vietnamita, ma diamolo per buono). Certo, vale la pena di sequestrare un milionario è sottoporlo alla scansione 3D del volto per sbloccare il suo iPhone X. O tagliargli la testa; dopotutto
sono già state tagliate dita per trafugare impronte digitali.
Questa foto perviene da Janko (grosso grazie!) e si riferisce al backstage del set di
The Grand Tour trasmesso da Amazon Prime; il seguito di
Top Gear della BBC per intendersi.
Il mixer è interessante.

Si trovasse a vagare per i campi un sopravvissuto dell’esercito iPad non è un computer perché non ci si può programmare sopra, tempo di assestargli il colpo di grazia.
Continuous è un ambiente di sviluppo autodefinito professionale per iPad, riservato a programmatori
C# e
F#.
Continuous esegue continuamente il codice così si può vedere come cambiano gli oggetti programmati intanto che si scrive.
Continuous supporta i progetti di tipo Application (Console e iOS) e di tipo Library nei formati standard .csproj e .fsproj.
Chi dice che la rete favorisce l’effimero e il superficiale? È questione di volerla usare a fin di bene, come supereroi, la rete.
Un supereroe è Brett Terpstra, che ha pubblicato nel 2012 uno script per ripulire e compattare il database interno di Mail e nell’anno di grazia 2017
lo aggiorna per adeguarlo a High Sierra e lasciarlo compatibile in basso fino a Yosemite compreso.
Di più: siccome appunto c’è la rete, recepisce il lavoro di un’altra persona per completare l’opera. Questa è la collaborazione, più ricca e nutriente dei mi piace e delle infinite condivisioni di maniera, divisioni senza alcun con che presuppone un rapporto qualsivoglia.
Sono passato dall’edizione milanese di
Codemotion con l’idea, tra l‘altro, di raccogliere qualche foto di uso di Mac. L’evento è piuttosto importante; il format è internazionale e la rete degli speaker si misura in migliaia di contatti. A Milano sono stati venduti tutti i biglietti disponibili – si paga, per entrare a Codemotion – e l’agenda prevedeva cento talk, mentre sul terreno erano schierate quaranta community di programmatori e sviluppatori, più di trenta aziende con uno stand.
Messo a confronto da professionisti con una videocamera professionale, iPhone X se la cava piuttosto bene.