Il mio rapporto con Siri è molto buono. Nessun rapporto è comunque esente da frizioni e la mia scatta quando Siri mi propone/ricorda/suggerisce di lanciare il Comando rapido che genera automaticamente l’intestazione Octopress di un nuovo post.
Il fatto è che lo lancio volentieri, il Comando rapido, quando sono pronto a scrivere un post. Se invece non sono pronto, è chiaro che non lo lancio. Non si tratta di una azione ripetitiva acefala come puntare la sveglia o lanciare la app del supermercato quando entrò nel relativo parcheggio. Siri non sa perché lancio quel Comando rapido, eppure vede che lo faccio spesso a una cert’ora e allora me lo ricorda.
Ogni giorno consulto i miei canali Rss preferiti per scegliere il tema di questa pagina. Oggi non l’ho fatto, perché il primo link del feed su
NetNewsWire – programma che per ora
mi ha convinto – bastava e avanzava per fermare tutto.
Se ne è andato John Conway.
Nel giro di poche ore, spalmate su altrettanti giorni, ho finito
Monument Valley II assieme alla primogenita di 5,67 anni.
Avevo sentito dire bene del gioco, peraltro pluripremiato, e l’esperienza è stata molto soddisfacente, tanto per il sense of wonder di una bimba qunto per la curiosità dell’adulto.
Una trama esilissima è sufficiente a tenere insieme un’avventura fatta per la vista e per l’udito (l’ascolto in cuffia o su buone casse è raccomandatissimo). L’andamento del gioco è solenne ma non ampolloso, lento il giusto, mai stucchevole e sempre capace di proporre qualcosa di sottilmente inaspettato.
Buona Pasqua per credenti, agnostici, atei: l’idea del passaggio, della ripartenza, di una possibilità nuova dovrebbe essere comprensibile a chiunque in un momento come l’attuale.
È una giornata di contatti e quasi tutti avverranno per via telematica. Le bimbe hanno preparato le uova di cartone decorate da mostrare ai nonni in videoconferenza; giusto ieri la primogenita è stata invitata a una videofesta di compleanno. La quotidianità è cambiata un bel po’ e chiunque aspira a tornare alla normalità. Gli unici a essere delusi saranno quelli che vorrebbero tornare a com’era prima; ci torneremo, ma sarà diverso.
Chi ha frequentato l’informatica quando era disciplina esoterica, che si sviluppava di pari passo con gli entusiasmi di chi si cimentava, conosce bene Alice e Bob.
Erano i figuranti, le cavie, le vittime di esperimenti, esempi, prove su strada. Più di tutto, erano famosi per le loro
interpretazioni della cifratura a chiave doppia: Alice cifra il messaggio con la chiave privata, lo manda a Bob, che prende la chiave pubblica di Alice eccetera eccetera.
A seguito del
dibattito sulla didattica a distanza, recepisco tutti i distinguo che vengono fatti; la faccenda coinvolge milioni di persone tra studenti e docenti, è per forza complessa e priva di soluzioni semplici e ovvie.
Una obiezione però non la capisco e andrebbe tolta dal tavolo: lo hanno detto anche i sassi,
un terzo degli studenti non ha un computer.
Sì, e allora? Diamoglielo. Non è una scusa per seppellire la didattica digitale, è una colpevole omissione della scuola e di chi le sta dietro.
All’ennesima messa in discussione del riconoscimento facciale come buona pratica di sicurezza personale, in tempi di
sedicenti mascherine con la propria faccia stampata (sedicenti perché non ci sono ancora) e di
performance artistiche che metterebbero in discussione l’intera tecnologia, mi permetto di fare notare che la sicurezza non è mai stata una faccenda del cento percento, né mai lo sarà. Piuttosto, si passa da sistemi sicuri a sistemi ancora più sicuri, nel tempo. C’è una evoluzione. Le tecnologie si avvicendano.
Perfino l’asilo della primogenita ha improvvisato comunicazione e distanza tra le maestre e i piccoli. La scuola si è trovata circa inesistente nel momento in cui le aule sono diventate inaccessibili e tra le maestranze c’è fermento, sia positivo che negativo.
Si possono leggere su Facebook
post ad alta densità di insegnanti e si scopre quanto sia composita la categoria.
Non conosco lo stato delle cose da dentro, visto dal docente professionista, che ha da misurarsi con il ministero, il programma e mille burocrazie.
Certo che se Android Police titola
Fatti un favore e comprati un iPad durante il lockdown, significa che non è la pandemia, ma lo svolgersi delle profezie dell’Apocalisse. La fine del mondo è vicina e questi sono i segni.
Ho toccato il tema tangenzialmente un paio di volte e sono contento che Joshua Topolsky lo abbia preso di petto nello scrivere
Grazie al cielo c’è Internet.
Non è solo per i servizi o per le comodità che porta. Internet, è tutto ciò che ne utilizza le condutture, è veramente diventato la linea di contatto con il resto dell’umanità. Non in modo astratto. Nella realtà.
C’è tutto di quello che avrei scritto volentieri, naturalmente a un livello ben superiore. Sua figlia di sei anni che impara a disegnare elefanti, la collaborazione, l’umorismo, i confronti, gli scambi, anche i film o i videogiochi come è ovvio.