Quickloox

Dal mondo Apple all'universo digitale, in visualizzazione rapida dell'ovvio

27 mar 2020

Sic transit MediaTemple

Ignoro quando verranno lette queste note, che accompagnano il trasferimento della mia famigliola web da MediaTemple a Linode.

La mossa somiglia a uscire da una palazzina condominiale per entrare in una villetta unifamiliare, di quelle che tanti si costruiscono almeno in parte da soli. MediaTemple è un disco virtuale fatto per lo hosting, dove basta nulla per avere un sito funzionante; Linode mette a disposizione una macchina virtuale, un computer completo che può anche, ovviamente, fare hosting. Potrebbe però fare qualunque altra cosa e per questo ha bisogno di essere configurato da zero o quasi.

26 mar 2020

Su la testa

Da Safari 13.1 su macOS e iOS/iPadOS 13.4, il browser di serie applica il blocco totale dei cookie di terze parti, annuncia il blog di WebKit. In altre parole, l’unico sito autorizzato a raccogliere informazioni sulla nostra navigazione è quello in cui ci troviamo.

Per quanto ne sappiamo, solo Tor è preimpostato nello stesso modo da prima che lo facesse Safari e Brave prevede alcune eccezioni nel suo meccanismo di bloccaggio.

Detto che Tor è una nicchia della nicchia, Safari è a oggi il browser più avanti nel proteggere la privacy dei navigatori.

25 mar 2020

Secondo stadio

È scomparso da poco Alberto Arbasino. Della sua sterminata produzione voglio ricordare un suo aforisma:

La carriera dello scrittore italiano ha tre tempi: brillante promessa, solito stronzo, venerato maestro.

Prendiamo ora Skype. La citazione, stavolta, arriva da Dave Winer:

Quelli che fanno Skype dovrebbero guardare la televisione via cavo. Che cosa c’è che non funziona? Perché così tanti esperti intervistati in remoto appaiono e si sentono così da schifo? Andiamo, si può fare meglio!

24 mar 2020

L’inghippo della profondità

Non mi ero reso conto del problema e potrebbe anche esserci una soluzione.

Alcuni bimbi della scuola materna si sono visti ieri tramite Jitsi e naturalmente c’erano le relative famiglie, un genitore, a volte due, fratellini sorelline e animali, viventi o simulacri.

(Sempre più convinto: Jitsi per il personale dove non ci sia modo di usare FaceTime, Valarea per il professionale. Il resto è dietro).

Tornando ai bimbi, betatester come nessuno, il problema dei moderni sistemi di videoconferenza è che funzionano meglio se si parla uno alla volta. Servono disciplina e diligenza, nonché tanta empatia e controllo per non interrompere (e sapersi interrompere). Chiaro che magari adulti motivati possono provarci con profitto, mentre con bambini (e relative famiglie) è impossibile. Tutti parlano con tutti.

23 mar 2020

Eppur non si muove

Deliziosa spiegazione di che cosa sta dietro meccanicamente e fisicamente al design della nuova Magic Keyboard di iPad Pro, da parte di Dr. Drang.

A chi si chiede se sia stabile, se funzioni, se non si ribalti eccetera risponde senza dare una risposta (le tastiere non sono ancora disponibili ai non iniziati) ma mostrando con chiarezza cristallina forze, pesi ed equilibri in gioco.

È anche una bella dimostrazione di come il design di prodotto sia ben più articolato di quanto si possa pensare. Nella testa di tanti, una tastiera è una tastiera.

22 mar 2020

La banda, bassotti

Dicono che quando la vita ricomincerà a scorrere senza l’occhio quotidiano alle curve epidemiologiche, molte cose comunque non saranno più come prima.

Immagino si riferiscano in primo luogo ai politici che si sono distinti nelle primissime fasi della pandemia per i loro comportamenti e pronunciamenti scriteriati.

Penso però ad altro e noto che per un mese Netflix ridurrà del 25 percento il proprio traffico dati sulla rete europea.

Una mossa similare viene adottata da Amazon.

21 mar 2020

Simili, ma diversi

Che l’uso di un iPad possa implicare la presenza del cursore sullo schermo in certe situazioni, ci può stare. Usato con una tastiera, a mo’ di portatile, lo schermo touch non è ergonomico. È il motivo per cui finora non si è visto un Mac con schermo touch.

L’importante è che il cursore su iPad non lo trasformi in una sorta di Mac-simile.

Per fortuna la recensione di The Verge del nuovo iPad Pro e Magic Keyboard relativa porta buone notizie, ovvero la conferma che il supporto del cursore su iPad è studiato apposta per l’apparecchio, come mostrano le tre caratteristiche principali:

20 mar 2020

Divertirsi con poco

Un attimo di distensione, anzi due: il primo per votare nella Mac Madness (scopo: fare avanzare sul tabellone il Mac o i Mac che si sono amati di più negli anni).

Il secondo per leggere la bella storia dei giochi roguelike appena apparsa su Ars Technica.

Ci vorrà più di un attimo, è lunga e articolata, eccellente per chi sia appassionato del tema (grafica Ascii, morte permanente, chi sbaglia ricomincia da capo anche se ha fatto un milione di turni per arrivare a un passo dall’obiettivo). Ma appunto, è divertirsi con poco, quando l’eroe che lotta per sopravvivere dentro un sotterraneo letale ha l’aspetto di una chiocciola.

19 mar 2020

Come dicevano?

John Gruber è molto soddisfatto degli aggiornamenti di iPad Pro, MacBook Air e Mac mini e, modestamente, anch’io.

Come dicevano? Questa cosa della segretezza non si porta più, oramai si sa tutto prima. Infatti, tutti erano stati avvertiti della presentazione di oggi, sapevano che dentro iPad Pro c’è uno scanner LiDar (no, non serve per guidare la macchina con iPad; velocizza e rende più precise le applicazioni di realtà aumentata), sapevano che il cursore su iPad è una cosa completamente diversa dal cursore su Mac.

18 mar 2020

Ne resterà almeno uno?

npm, package manager strategico per chi sviluppa in JavaScript, è stato acquisito da GitHub.

Cioè è stato acquisito da Microsoft, che due anni fa ha acquisito GitHub.

Microsoft è la stessa che produce TypeScript, un superinsieme di JavaScript che lo estende. (JavaScript sarebbe uno standard, nel frattempo).

Estendere tecnologie molto usate era la strategia della vecchia Microsoft per farle fuori. Embrace, Extend, Extinguish. Nel caso in esame, tutto il codice JavaScript funziona tranquillamente in TypeScript, mentre il contrario non è vero; una volta che un numero sufficiente di sviluppatori avrà adottato TypeScript, JavaScript sarà svuotato di senso e Microsoft avrà il pieno controllo della tecnologia. Certo, parliamo di open source, chiunque può creare un fork, una branca differente dello stesso codice, e ripartire liberamente. Ma l’indomani Microsoft mette, che so, cento sviluppatori a lavorare con l’obiettivo di rendere inutile o superato il fork. E puoi avere tutto l’open source che credi, diventi irrisorio lo stesso.