La politica è una faccenda complicata e spesso fatta di strategie che vanno a vantaggio del consenso per una parte ma non per i cittadini (e in questi casi è politica cattiva).
Una di queste strategie è abbracciare una visione per guadagnare il consenso, incassare il consenso stesso e poi tipo vent’anni dopo dire candidamente ci eravamo sbagliati, dopo avere terminato di godere dei vantaggi ottenuti grazie all’errore.
Veniamo all’open source e a Microsoft, un cui alto dirigente
ha dichiarato questo:
Tu non sei un insegnante. Quindi dovresti fare a meno di impicciarti in faccende come l’insegnamento a distanza, mi è stato detto.
Verissimo, non sono affatto un insegnante.
Sono andato in un posto pieno di insegnanti: la rivista Tecnica della scuola, una testata prestigiosa come minimo per il fatto che vive dal 1949. Il sito è per certi versi ruspante ma neanche impossibile, considerato che i contenuti sono davvero molti. Attorno alla testata deve esserci attenzione considerevole e primariamente da parte, appunto, degli insegnanti.
Un tema importante sul mio desktop digitale in quest’ultimo periodo è stato la ricerca.
Dati distribuiti su apparecchi diversi, accessibili in modi diversi, con differenti possibilità di elaborazione e analisi. A guardarlo da lontano è uno scenario da incubo. Senza contare la mole di dati che arriva dalla cerchia esterna (amici, contatti, colleghi, quindi per esempio messaggi in quindicimila formati diversi, su piattaforme molto chiuse). Per non pensare allo spazio esterno, cioè Internet e addentellati.
Questo post – e altri che verranno – è scritto con Drafts su iPad.
Per ora l’unica ragione vera è che
Drafts riesce a salvare (non a sincronizzare, ma è già qualcosa) su iCloud Drive mentre
Editorial si limita a Dropbox, cosa che crea problemi quando, come
mi è accaduto, Dropbox ha iniziato a presentare numerosi, troppi errori di sincronizzazione.
Si tratta per ora di una adozione ad interim. L’interfaccia di Drafts è stata progettata da un negromante allucinato, ma voglio avere tempo di esplorare meglio le possibilità di automazione della app prima di cambiare cavallo. Un altro problema potenziale è che mi servono anche funzioni da editor generico che vada oltre Markdown; per ora non ci penso, Editorial continua a essere presente su iPad e se non altro scaricare il blog su Drafts risolve almeno la metà dei casi di utilizzo giornalieri.
Un indizio incoraggiante sulla
Magic Keyboard per iPad Pro: Pad & Quill ha creato
Copertina, una custodia per iPad Pro con Magic Keyboard.
Praticamente una custodia per la custodia di iPad.
Per quale altro prodotto potrebbe mai accadere una cosa del genere?
(Sperando che a nessuno venga in mente di vendere una protezione per Copertina a protezione di Magic Keyboard a protezione di iPad Pro,
che al mercato mio padre comprò).
E
l’interrogativo retorico di Giovenale trovò risposta, duemila anni dopo.
Per chi seguisse le sorti del cloud in Italia, Amazon ha da poco
aperto la regione di Europa (Milano) dei propri Amazon Web Services. I lavori sono cominciati nel 2018. In fatto di infrastruttura, indotto e attenzione per l’Italia è essenzialmente una notizia positiva. Dal link si raggiunge la notizia presente sul blog di Amazon.
Microsoft ha appena annunciato
un investimento parte del programma Ambizione Italia, iniziato nel 2018, che promette una regione italiana del proprio cloud entro cinque anni.
I francesi hanno pensato a una app di tracciamento contatti anticoronavirus, StopCovid. Hanno pubblicato
parti del codice sorgente su GitLab.
Gli inglesi hanno
pubblicato su GitHub il codice sorgente della loro app di tracciamento contatti anticoronavirus, in versione beta.
Gli italiani hanno scelto la app di tracciamento contatti anticoronavirus,
Immuni. Nelle barzellette sono i più furbi di tutti.
Qualche giorno fa un amico intenzionato a prendere un iPad e indifferente alle minuzie tecnologiche mi ha chiesto che differenza ci fosse, nel modello che aveva scelto, tra i sessantaquattro gigabyte di spazio e i sei gigabyte di RAm installata.
Qualcuno, fosse anche un depliant, cercava di vendergli un iPad (anche) in base alla sua Ram.
Nemmeno Apple lo fa. Di nessun iPad viene comunicato ufficialmente il dato della Ram. Qualcuno pensa che, se aiutasse a vendere, non verrebbe esibito?
Le
polemiche su Immuni sono niente, di fronte alle conversazioni sulla necessità – o meno – di
rivedere l’aspetto estetico di emacs per favorirne la popolarità.
Ha preso posizione persino Richard Stallman, ancora figura più che autorevole nella comunità nonostante i
recenti incidenti a base di politicamente corretto.
Onestamente, per avere i pulsanti arrotondati, scelgo tutta la vita
BBEdit. Il senso di
emacs sta esattamente nell’avere l’interfaccia più minimale che si possa, proprio perché così diventa scatenabile l’intera sua potenza, ovviamente sotto le mani di qualcuno che sa come controllarla.
Undici fogli ingialliti, fotocopie di fotocopie di fotocopie, emersi senza motivo apparente da una cassa di libri. Vi si leggono frasi come queste:
Non si deve assolutamente catalogare un file ogni volta che si scrive un nuovo programma. Il file è soltanto un’area di memoria che può contenere un certo numero di programmi. Si consiglia vivamente, quindi, una volta catalogato un file, di sfruttare completamente questa area di memoria. Ogni file può contenere diverse migliaia di elementi.