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Dal mondo Apple all'universo digitale, in visualizzazione rapida dell'ovvio

13 ago 2020

Desertica a distanza

Decine di migliaia di persone si trasferiscono a fine agosto per nove giorni nel deserto del Nevada a Black Rock e formano una città temporanea che ospita performance artistiche, spettacoli, feste in modo autogestito. Niente sponsor, marchi, organizzazioni: ognuno porta sé e il proprio vissuto, oltre ad acqua, viveri e riparo, perché con il deserto non si scherza.

La manifestazione si chiama Burning Man e quest’anno, per cause che si intuiscono, avverrà in forma digitale, come è accaduto per molti altri eventi a cominciare da Wwdc.

12 ago 2020

Exit strategy

Scrive Eric J. Savitz su Barron’s:

Apple vale veramente duemila miliardi? Le sue azioni sono arrivate vicinissime allo storico traguardo la scorsa settimana, con la chiusura di venerdì a 444 dollari, che portava il titolo al 5 percento di distanza dalla soglia. Si tratta comunque di una capitalizzazione di mercato di 1,9 migliaia di miliardi, grosso modo il prodotto interno lordo dell’Italia.

Mi chiederei più che altro se l’Italia valga duemila miliardi. se i Padri fondatori avevano pensato a una possibile exit strategy e se magari ci sia spazio per una acquisizione.

11 ago 2020

L'innesto della coerenza

Lo specchietto per allodole era l’interfaccia grafica, mentre la magia esoterica con cui il primo Macintosh irretiva le folle era la coerenza.

I comandi e le procedure di base erano le stesse, su qualunque programma. Si potevano lanciare decine di applicazioni diverse, però tutte erano esempi di uso di Macintosh: il primo computer che, diversamente da un cassone pieno di programmi difformi, aveva un’identità.

La coerenza si è diluita nel tempo, inevitabile scotto della crescita del mercato. Prima un’applicazione si metteva al servizio dell’utilizzatore; oggi è una testa di ponte nella guerra per l’attenzione e i portafogli.

10 ago 2020

Manager e leader

Steve Jobs sapeva che si possono fabbricare milioni di iPhone tutti uguali, ma uno Steve Jobs è irripetibile. Così si adoperò per la successione ad Apple così che alla sua amministrazione seguisse qualcosa di segno diverso.

L’errore è credere che per forza di cose serva sempre uno Steve Jobs e un articolo di Tripp Mickle sul Wall Street Journal, ripreso da MacDailyNews, spiega perché.

Jay Gogue, già presidente della Auburn University, ha dichiarato di avere discusso con Tim Cook della convinzione di Colin Powell [generale dell’esercito statunitense] per cui il management ha il compito di spostare un esercito da un punto a un altro, mentre il leader sposta un esercito dove nessuno avrebbe mai pensato che fosse possibile. “Ci sono momenti per essere un bravo manager e momenti per essere un bravo leader”, dice Gogue. “Lui lo sa”.

9 ago 2020

Scelte del caso

Sempre nello spirito dello slow news cycle mi piace ricordare i tempi in cui Internet era un posto dove si scoprivano le cose e si potevano scoprire cose che non ci si sarebbe mai immaginati.

Molto tempo fa esisteva un sito chiamato URoulette il cui scopo era spedire il visitatore a un altro sito, scelto a caso. Ci avevo costruito sopra una rubrica e il piacere di scriverla era niente rispetto al gusto dell’ignoto.

8 ago 2020

Avanzassero

In California ci sono 6,2 milioni di studenti. Molti di essi, se non tutti, inizieranno l’anno scolastico a distanza e sappiamo quanto questo sia problematico per le famiglie che hanno meno disponibilità, a partire dagli apparecchi.

Lo Stato californiano si è accordato con il provider T-Mobile e con Apple per fornire iPad e connessione cellulare a prezzi agevolati a un milione di studenti da qui a fine 2020, con centomila macchine già disponibili per l’inizio delle lezioni.

7 ago 2020

Leggere o non leggere, questo è il problema

Commenti a profusione sulla notizia che gli scienziati cambiano i nomi ai geni per non farseli convertire a tradimento da Excel.

Zero commentatori a soffermarsi sul fatto che la notizia si basa su uno studio del 2016, di cui si parlò persino qui, dunque in abbondanza. Siamo tutti assuefatti al sovraccarico informativo e si vede. Forse dovremmo diffondere un link in meno, rileggere prima di commentare, guardare una pagina concentrati oppure saltarla, se l’esito finale è identico.

6 ago 2020

Un nome che mancava

Nello scrivere dell’ ascesa di Phil Schiller al ruolo di Apple Fellow ho fatto un elenco di alcuni dei personaggi che hanno ottenuto il riconoscimento, limitandomi ai più comuni.

Ho appena scoperto di avere dimenticato un nome primario: Bill Atkinson divenne il terzo Apple Fellow, dopo Steve Wozniak e Rod Holt, insieme a Rich Page, per il suo lavoro su Lisa.

Il dettaglio interessante nel post di Pixel Envy, che riprende un ricchissimo aneddoto di Andy Hertzfeld, è che la carica di Apple Fellow attesta un merito tecnico.

5 ago 2020

Posti limitati

Il compimento della carriera di Phil Schiller in Apple è molto diverso da quello, per dire, di Jonathan Ive, che a un certo punto si sentiva gli abiti troppo stretti e voleva più libertà di azione.

Schiller, invece di essere stato un manifesto ideologico di Apple, ne è stato un’anima, dietro le quinte così come sul palco. Infatti non si congeda con rapporti un po’ fumosi di collaborazione che sembrano più di forma che altro; non si congeda proprio. Diventa un Apple Fellow.

4 ago 2020

Indipendenze di Amazon

Jeff Bezos, l’uomo più ricco del mondo, proibisce l’uso di PowerPoint nella sua azienda, una delle più grandi, organizzate ed efficienti del mondo.

Vietare PowerPoint ovunque, sempre, sarebbe stupido. Dovrebbe però essere stupido anche imporlo ovunque e sempre.

Sempre Jeff Bezos verrà ricordato per come ha impostato la comunicazione tra i reparti di Amazon.

Brevemente: ogni reparto sceglie come può essere contattato. A questo punto dovrà essere contattato solo ed esclusivamente attraverso il metodo o i metodi descritti. Niente corsie preferenziali o sistemi alternativi. Il metodo o i metodi scelti devono funzionare allo stesso modo con il mondo esterno.