Molti commenti sulle app di tracciamento contatti e specialmente sulla nostra vertono sulla massa critica di adozione piuttosto alta, che dovrebbe esserci per garantire un funzionamento ottimale.
(Veramente? Se ad Ancona tutti la adottano, ma a Viterbo nessuno, ad Ancona comunque servirà un sacco, anche se la media di utilizzo è minore del necessario stimato).
Il sottinteso è che, prevedibilmente non raggiungendo i numeri desiderati, la app non serva e non vada fatta.
La paternità predispone chimicamente all’emotività.
Riflettevo sui buoni risultati finanziari di Apple, Amazon, Alphabet (Google), Facebook, Microsoft. Buoni perché c’è dentro un mese di virus eppure sono di segno positivo. Nel prossimo trimestre la musica sarà meno allegra di sicuro, però sono colossi con tutta la possibilità di passare un momento brutto senza troppi traumi.
E mi dicevo, sono quelli che bene o male ci tengono in piedi. Chiaro che lavoro e salute sono in equilibrio instabile per tantissimi; bisogni primari a parte, però, se le nostre comunità non sono ancora collassate si deve alle chat, alle videoconferenze, alle risorse condivise, alla collaborazione remota, alla facoltà di informarsi ed essere informati alla profondità desiderata.
Altroconsumo, quelli che nel 2010 dopo avere visto la presentazione del primo iPad lo definirono con grande preveggenza la miglior cornice digitale di tutti i tempi, oggi va a caccia di nuovi soci e li alletta con il regalo di un Tablet Android con tastiera con schermo da otto pollici.
Cornice per cornice, era meglio un iPad 2010. Peccato si siano dimenticati della loro intuizione originale.
Diversi post negli ultimi giorni sono stati pubblicati monchi delle ultime parole o delle ultime righe. Mi sono scervellato e ho capito almeno in parte che succede.
Quando scrivo su iPad uso Editorial, che sincronizza su Dropbox. Per me è estremamente comodo poi collegarmi a Mac in ssh, spostare il file del post nella cartella giusta, azionare Octopress e pubblicare.
Da qualche tempo, per motivi che ancora ignoro, la sincronizzazione con Dropbox si inceppa spesso e volentieri.
Era veramente un altro secolo quando Indro Montanelli lanciò da il Giornale la sottoscrizione per salvare l’Accademia della Crusca, lasciata senza fondi pubblici a morire di fame. Partecipai e dal mio punto di vista sembra che di secoli ne siano passati anche tre o quattro.
Oggi la Crusca pubblica un documento per la ripresa della vita scolastica in cui tre suoi rappresentanti dichiarano che la scuola è un’aula e non un video.
Da qualche giorno, prima di dormire risolvo uno dei puzzle di Swift Playgrounds. Sono partito dallo zero assoluto, Learn to Code 1, e ne ho completati undici. Sono al punto in cui si usano funzioni come pezzi di altre funzioni, alla vigilia del completamento del capitolo sulle funzioni. La difficoltà è pressoché nulla, a questo stadio, e le uniche serate in cui non ho fatto centro al primo colpo sono quelle in cui mi sono addormentato con iPad in mano.
Interrompiamo le trasmissioni per parlare di un articolo di Marc Andreessen, creatore del browser Netscape, uno dei primi a essersi arricchito con Internet e oggi investitore in compagnie e tecnologie promettenti per mezzo di Andreessen Horowitz.
Andreessen ha scritto una pagina di storia già una volta con il suo articolo Perché il software sta mangiando il mondo sul Wall Street Journal. Spiega perché qualunque azienda è destinata a (e dovrebbe) diventare una azienda di software.
Nutro la ferma convinzione che la tipografia digitale, con il tempo necessario, recupererà il divario con i cinquecento e passa anni di evouzione della tipografia analogica, fino a creare nuovi capolavori che rivaleggeranno in estetica e design con quelli di Aldo Manuzio o Hermann Zapf.
Naturalmente saranno lavori di natura anche fondamentalmente diversa, esattamente come uno schermo bitmap non ha niente a che vedere con un foglio di carta, anche se molte volte lo imita per il nostro quieto vivere.
Secondo Bloomberg, l’anno prossimo arrivano i primi Mac con processore Arm.
La cosa in sé non è una novità. Se ne parla da anni.
La notizia vera, fosse vero, sarebbe la data precisa, più il parlare dei processori e non dell’annuncio della transizione.
John Gruber copre al meglio l’articolo di Bloomberg e nota la vera bomba: se l’anno prossimo ci saranno Mac con processori Arm, l’annuncio avverrà durante Wwdc, a giugno prossimo.
Ti distrai un attimo e succedono cose che sbalordiscono, come l’indiscrezione che Immuni userà la piattaforma Privacy-Preserving di Apple e Google. Eppure ci sono magie più piccole capaci di incantarmi maggiormente.
In serata il mio Mac era connesso via VPN a una scuola americana.
Mia nipote, da casa sua, controllava lo schermo del mio Mac via iMessage e faceva i compiti sulla piattaforma della scuola americana.
Mia figlia si addormentava mentre il sistema audio di casa trasmetteva una playlist di sottofondo presente, ovvio, su Mac.