Solo una nota pasquale per dire che stiamo lavorando a portare online gli antichi post dell’epoca Ping… e anche quelli di Script, la parentesi di blogging effettuata per l’editore Playmedia ai tempi del magazine iCreate.
Pensavo che fossero persi, ma Mimmo sta compiendo un lavoro spettacoloso su
Internet Archive e recuperando tutto il recuperabile.
Siccome ci sto prendendo gusto, una volta visto quanto si è recuperato proverò a chiedere se qualcuno tenga in tasca altri vecchi post. Ma ogni cosa a suo tempo. E anche il passato diventerà presente su queste pagine.
Di recente ho ricomprato
Textastic: sono sempre alla ricerca dell’editor di testo ideale per iPad e mi era parso che le ultime aggiunte al programma potessero rappresentare un salto di qualità interessante.
Ho scritto un post e poi ho appunto usato una delle funzioni che la vecchia versione non aveva, ovvero la scrittura di file su iCloud Drive, con l’obiettivo di passare su Mac il file stesso dalla cartella di iCloud Drive a quella del blog.
Sono coinvolto in un lavoro di traduzione collettiva con l’associazione
Copernicani, sull’argomento della privacy e del rispetto dei dati personali da parte del software.
Non descrivo la situazione per vantarmi, solo per collocarla: non è un gruppo di scappati di casa e l’ambito è diverso dagli hobby o dalle passioni amatoriali.
il lavoro completato andrà negli Stati Uniti dove risiede l’autore del testo originale, per le lavorazioni successive.
il software che abbiamo adottato è
EtherPad nella forma concreta di
FramaPad.
Da oggi sono in viaggio con la famiglia e nei prossimi giorni l’aggiornamento del blog potrebbe essere sporadico o nullo. A parte il clima vacanziero, devo collaudare il setup per il collegamento a distanza con Mac e qualcosa potrebbe non andare secondo le aspettative.
In ogni caso la produzione dei post continuerà; nel peggiore dei casi, gli aggiornamenti resteranno fermi fino a martedì ma sarà rispettata la consegna di un post al giorno, o verrà colmato al più presto un eventuale ritardo.
Lo so che il trentesimo compleanno di
BBEdit è stato ieri; volevo però godermi i commenti in giro per il web.
La cosa più notevole che ho visto è stata il ricordo della funzione principale che distingueva il programma dagli altri editor di testo.
BBEdit, nel 1992, eccelleva per la sua capacità di
leggere file più lunghi di trentaduemila caratteri.
C’è tempo fino al 20 aprile per proporre Comandi rapidi alla giuria del
concorso Automation April indetto da MacStories.
Rispetto al testo visibile in pagina,
è stata aggiunta una nuova categoria: Best Everyday Shortcut.
Uno dei nostri scopi principali con Automation April è incoraggiare la partecipazione di utilizzatori a tutti i livelli di Comandi rapidi. Ecco perché i giudici non si limiteranno a cercare i comandi più complessi con il maggior numero di azioni. Considereranno fattori come originalità, prestazioni, design, user experience e utilità, applicabili anche a comandi semplici.
Assai meno grave rispetto ad altre notizie che purtroppo continuano ad arrivare dal
centro dell’Europa e dintorni, nondimeno grave: la guerra mette a repentaglio una quantità importante di reperti storici e culturali, dal momento che gli invasori colpiscono indiscriminatamente.
Sono a rischio tanto i documenti analogici che quelli digitali, causa attacchi cibernetici, distruzione di centri dati e anche di normali abitazioni.
Sui dati digitali, è emerso il lavoro di
Saving Ukrainian Cultural Heritage Online (Sucho), che coordina milletrecento volontari nel tentativo di preservare anche i bit oltre agli atomi; al momento si parla di oltre venti terabyte già messi in salvo, in maggioranza materiale digitale scandito presso musei, biblioteche e archivi ucraini.
Con
BBEdit mi basta aggiungere al file il suffisso .md per avere un file
Markdown, quindi per avere un formato semplice, leggero, ragionevolmente completo, contemplato da
Pandoc nel caso servano conversioni più sofisticate di quella in Html.
Con Google Documenti, trovo nelle preferenze l’opzione di riconoscere un set base di comandi Markdown. Assai poco, grassetto, corsivo, titoli, link, però il set c’è e, per quanto base, risolve una grandissima parte delle esigenze comuni quotidiane.
Non ho ancora capito se si possa lavorare seriamente con l’esempio pubblicato nelle pagine per gli sviluppatori Apple che desiderano
eseguire macOS dentro una macchina virtuale su Apple Silicon.
Perché è interessante non poco e abbastanza impegnativo da comprendere.
Qualcuno si è già cimentato?
Nel giro di poche ore: ripristinata su App Store russo
la app usata dall’opposizione per coordinarsi in vista delle elezioni; aggiornamento di iWork che aggiunge poche cose, una delle quali però è
un primo supporto dei Comandi rapidi; sponsorizzato studio che
mostra l’importanza delle app indipendenti su App Store.
Il mondo potrebbe sempre essere un posto migliore, chiaramente. La app russa avrebbe potuto non essere mai ritirata, vorremmo aggiornamenti di iWork più corposi e App Store ha la sua quota di situazioni migliorabili.