Quest’anno suona strano puntare alle recensioni di iOS dal momento che prima di tutto bisognerebbe capire di che iOS si parla. Come scrive Federico Viticci su MacStories,
In Apple esistono due versioni di iOS 18. Quella che ho potuto provare da giugno e che sarà al centro di questa recensione è il debutto di iOS 18, con enfasi su personalizzazione e piccoli aggiornamenti. L’altra – quella che probabilmente tutti aspettano dall’annuncio a Wwdc – è iOS 18.
Il quindici di settembre mi risulta essere il giorno dell’annuncio tanto di Apple IIgs, l’ultima incarnazione di Apple II, e di X11, l’interfaccia utente grafica pubblica.
La coincidenza è simpatica e niente più. Mi sono reso invece conto del fatto che due oggetti tecnologici così diversi, per concezione, evoluzione, autori, filosofia, storia, utenza eccetera distano tra loro un solo anno. Non lo avrei mai detto.
Senza guardare e senza barare: chi è nato prima?
The Eclectic Light Company ha pubblicato una bella storia di QuickTime. Bella perché concisa, ricca di immagini, abbondante nei dettagli, riassume bene la transizione da quel momento in cui vedere una finestra animata a centosessanta per centoventi a trenta fotogrammi teorici al secondo sembrava l’apertura di una nuova era a quando il video è diventato parte integrante della vita su Mac e anche di più.
Il mio Mac IIvx si accendeva con un fotogramma di un giocatore della mia squadra preferita in NBA che segnava con eleganza da poco dopo il cerchio di centrocampo.
A mio parere, si dovrebbe parlare ben di più e ben più a lungo degli AirPods Pro che insieme alla Hearing Aid Feature di iOS vengono autorizzati dalla Food and Drug Administration americana a essere venduti come apparecchio medicale per aggirare le difficoltà uditive.
Ritengo che il business Amplifon sia perfettamente al sicuro. Nel contempo, per tante persone borderline tra il tirare avanti senza aiuti e affrontare una spesa relativamente modesta, questa soluzione potrebbe migliorare sensibilmente la vita.
Le ragazze tornano da scuola e si accorgono di un piccolissimo saltamartino, uno di quei grilli tutti verdi, che purtroppo è senza vita in un angolo della casa.
L’esserino è lungo poco più di un’unghia ma le ragazze, amanti della natura, lo scrutano da ogni lato.
Perché non lo guardiamo al microscopio?, azzarda il papà. Proposta accolta.
Anni fa abbiamo regalato a un cuginetto un microscopio Usb dall’aspetto simile a questo e a grandi linee con le stesse specifiche.
Adesso che Apple Park ha aperto un nuovo edificio e visto che si chiama The Observatory, direi che l’unica è scongelare i fratelli Miller nella loro sede di Cyan e, se non riescono loro, commissionare una versione di Myst ambientata nella sede di Apple.
Manca un veliero alla fonda. D’altronde c’è l’ arco-baleno, ce ne faremo una ragione.
Cha faccio, aspetto?
Commento il keynote di presentazione dei nuovi iPhone in poche parole, dato che lo stile di presentazione oramai è consolidato e questa volta mi sembra che, più di altre, ci sia veramente bisogno di guardare ai prodotti e alle loro (nuove) capacità.
AirPods Pro mi ha impressionato positivamente per la cancellazione attiva del rumore.
Apple Watch con schermo più grande e cassa più sottile e leggera è un piccolo – alla lettera – capolavoro di ingegnerizzazione.
Il principio di base è metterle di fronte un po’ a tutto quello che può eventualmente risultare interessante per bambine da scuola primaria e vedere, all’americana, che cosa rimane attaccato alla parete.
Così è arrivato il turno per la primogenita di cimentarsi con Swift Playgrounds.
Se rimarrà attaccato o meno è presto per dirlo, anche perché certi interessi sfioriscono inesorabilmente mentre altri covano sotto la cenere fino a riemergere in tempi insospettabili.
Londra, Baker Street. Nel salotto di una casa elegante sia pure con qualche eccesso di maniera, due gentiluomini – H. e W. – sorseggiano whisky seduti in poltrona. Sul tavolino sono impilati i quotidiani della giornata.
W.: Ma ha letto, H., la rubrica tecnologica di oggi? Sembra proprio che questa storia tra Apple e la Commissione Europea sia concreta…
H.: Mio caro W., mai attribuire alla strategia qualcosa che potrebbe essere frutto di un pessimo calcolo… ho l’impressione di assistere a un gioco di ripicche e che presto o tardi qualcuno, da una parte o dall’altra potrebbe stancarsi.