Nell’attesa che cominciasse lo spettacolo al delfinario, l’organizzazione ha proposto un quiz a risposte multiple, per ingannarla, l’attesa.
Avevo già sperimentato
Kahoot, solo però in ambienti controllati, come un’aula o una sala riunioni (dieci-venti-trenta persone), con pubblico relativamente limitato e selezionato (alunni, dipendenti). Qui invece si parlava a un paio di centinaia di possessori di computer da tasca, assemblato del tutto casualmente tra i visitatori.
Il Pin per entrare nel gioco (basta solo quello) è stato mostrato sul megaschermo a bordo vasca e così le domande. Alla fine è stato visualizzato il podio, formato da chi aveva dato più risposte esatte in meno tempo.
Una città da ottocentomila abitanti, se fosse in Italia, sarebbe
la quinta più grande, dopo Torino e prima di Palermo.
Una città con dieci linee metropolitane competerebbe a testa alta anche con Milano e Roma, per non parlare di Torino o di
qualsiasi altra città italiana.
Ho scoperto che, nelle domeniche estive, le suddette dieci linee metropolitane sono ad accesso gratuito.
Durante la pigra fruizione delle linee in questione mi sono imbattuto in un notevole
intervento di Steve Jobs sul sistema scolastico americano. Non dimentichiamo che Jobs non è stato un grande imprenditore con tempo a sufficienza per parlare di cose fuori dalla sua portata: si è messo a fabbricare computer più che lavagne, ma Apple ha avuto sempre una attenzione altissima per il mondo scolastico e tuttora vi detiene una autorevolezza e una diffusione importanti. Jobs dedicava tempo alla scuola.
Lo scrittore di fantascienza
Arthur Clarke affermò che il turismo sarebbe stata una delle precondizioni per porre fine alle guerre: scriveva in tempi di Guerra fredda e postulava che, nel momento in cui un milione di americani si fosse trovato in Unione Sovietica e viceversa, sarebbe stato sconveniente per ambedue le nazioni attaccare l’altra.
Dal 2008, quando Clarke ha intrapreso il suo viaggio oltrestellare personale, il mondo è molto cambiato e probabilmente la sua predizione andrebbe integrata con dei distinguo.
Premesso che classifiche come queste, aride e avulse dal contesto, vanno prese con pinze da laboratorio biologico, sappiamo da StockApps
quanti data point tracciano le aziende big tech su ciascun utente: Google 29, Apple 12.
In mezzo Twitter, Amazon e Facebook, che traccia appena più di Apple (per questo bisogna poi considerare il contesto dei dati e non solo i dati come tali).
Poi tutti in negozio a guardare lo scontrino per fare le battute su iPhone che costa come una vacanza, trascurando il supplemento sorveglianza pagato quotidianamente che finisce per colmare qualsiasi differenza di partenza, e oltre.
Bellissima la rievocazione scritta da briand06 dell’
uso di Osborne 1 per il giornalismo in zona di guerra.
Osborne 1 è una delle mie cicatrici: un computer straordinario che non sono mai riuscito a utilizzare, al contrario di altri trasportabili prodotti dalle nostre parti che, a parte funzionare e ci mancherebbe, mancavano totalmente del quid che rende speciali.
In un certo senso Osborne, l’azienda, è stata antesignana di Apple sotto più aspetti; Osborne 1 non è sicuramente un antesignano di Mac, ma emergeva su tutta la produzione dell’epoca e in questo si ritrova a condividere dei tratti con
Apple II. Anche se il primo
Macintosh Portable non era esattamente leggero come una piuma, Apple evitò di farsi prendere dalla smania dei trasportabili da dieci chili e, per quanto capace di fallire su altri fronti come con
Apple ///, si risparmiò un filone di prodotti per forza destinato, bastava guardarli, a una rapida obsolescenza.
Prima dell’argomento principe di oggi, un aggiornamento sul premio candore 2022 che verrà assegnato senza opposizione alcuna a Sir Apfelot, con la sua
predizione del prossimo evento Apple:
C’è una possibilità che la data cadrà il 13 settembre.
Stabilito che
Far Out avrà luogo il 7 settembre, credo che potrei anche spendere del denaro per quanto sono curioso di conoscere quale fosse quella possibilità. Nel 2022 è ancora possibile scrivere cose a caso nel riferire eventi reali e di questo si può solo essere sollevati, un po’ come vedere in certi hotel americani raduni di centinaia di persone vestite da orsacchiotto.
Così contento che watch mi abbia
riconosciuto l’atto del nuotare ed ecco che il fedifrago non si accorge quando sto facendo due tiri a canestro.
Potrebbero esserci dei distinguo, per il fatto che era la prima volta in assoluto e poi il mio ritmo non era effettivamente da playoff NBA.
Rimane il fatto che sono dovuto andare mestamente nell’area degli altri workout e scegliere esplicitamente basketball.
O è il fisico che non è più quello di una volta.
Il Guardian ha preso in esame MacBook Air M2 e ne fa
una recensione interessante perché densa e compatta, veloce da leggere e completa.
La sintesi non fa giri di parole:
Il miglior laptop consumer premium disponibile.
La cosa ancora più interessante è che il Guardian non è una testata specializzata, quindi niente marchette e niente secondi fini; al tempo stesso è scritto da gente capace, differentemente da altre testate di cui per carità di patria si tace.
Dov’è il prossimo
ventunenne che chiede feedback per un piccolo progetto cui sta lavorando e finisce per diventare un simbolo (e non solo) di libertà e condivisione in rete?
Servirebbe, perché l’ossatura dell’open source ha perso molta consistenza grazie all’affetto che le multinazionali continuano a dimostrargli e il software libero rischia seriamente di diventare irrilevante.
In questi casi, l’unica regola che funziona nel gioco è rovesciare il tavolo e imporre un gioco nuovo, che colga impreparate anche le organizzazioni danarose e tentacolari.
Avevo la sensazione di ripetermi e così ho cancellato il post. Al suo posto, ripropongo
quello che ho scritto due anni fa sull’anniversario di Internet Relay Chat e che continuo a sottoscrivere in ogni virgola.
Semmai, con enfasi ancora maggiore. C’è ancora più bisogno di quell’attitudine e di quello spirito nell’evoluzione tecnologica.