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2 lug 2012 -

Guerrieri e canzoni

Arrivato in fondo ad Angband e sconfitto Morgoth, ho provato a riprendere in mano il gioco, che ha rigiocabilità pressoché infinita grazie alle variazioni di classi e razze nonché alla ricchezza interna di elementi. Ma non ho più provato lo stesso interesse.

Se mai riprenderò in mano un altro roguelike, potrebbe essere Sil.

I programmatori hanno preso le mosse da Angband per rivoluzionare il sistema di gioco e sfrondare l’ambientazione, fino a rispettare il più possibile l’atmosfera tolkieniana. Dove la magia non è esibita e devastante, ma suggerita e sottotraccia. Nel mondo di Sil non si scagliano palle di fuoco e invece si cantano canzoni, proprio come gli eroi del Signore degli Anelli.

Il risultato finale è fresco e diverso dalle varianti classiche di Angband, più che abbastanza da motivare un reduce. Il sistema basato sugli skill (capacità) permette addirittura a un avventuriero decisamente esperto di tentare la discesa senza ingaggiare combattimenti con mostri e nemici, come alternativa alle carriere più bellicose tipiche del gioco di ruolo.

La complessità non viene meno – arrivare in fondo rimane una bella impresa – e però una spedizione è potenzialmente molto più veloce. Obiettivo non è necessariamente stroncare Morgoth, quanto rubare un Silmaril dalla sua corona.

Anche questo è molto tolkieniano e, nel mondo dei giochi odierno, consigliabile rispetto al rumore di fondo.

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