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Dal mondo Apple all'universo digitale, in visualizzazione rapida dell'ovvio

3 mar 2024 - Software

È la configurazione, baby

Per fortuna che John D. Cook ha lanciato l’esca senza metterla sull’amo, quando ha titolato Qual è il miglior editor di codice? Perché ha iniziato elencando emacs, vi, TextEdit, nano, Sublime, Notepad, Wordpad, Visual Studio, Eclipse ma poi è partito per la tangente andando a pescare uno dei migliori programmatori in attività e il suo uso di un vecchio file manager semigrafico risalente ai tempi del DOS.

Non è il primo personaggio a usare in modo attuale e competitivo un software antidiluviano. Prima di lui, solo due esempi, abbiamo avuto George Martin, autore de Il trono di spade e Arthur C. Clarke, uno dei più grandi scrittori di fantascienza, rimasti fedeli a Wordstar. Un programma che è giunto al massimo dello splendore alla fine degli anni settanta.

Il che porta alla vera lezione. Non è l’editor in sé, ma come lo personalizzi, lo fai tuo, gli permetti di portarti al massimo delle tue possibilità. Il valore che mi dà BBEdit in configurazione base non è paragonabile a dopo che ho inserito tutti i comandi di tastiera che volevo per ogni tag Html e aggiustato numerosi altri parametri.

Corollario: un programma dotato di millemila opzioni di personalizzazione, talmente mal congegnate al punto che nessuno lo personalizza, è un pessimo programma. Chi ha orecchie intenda.

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