Achille Campanile scrisse uno sketch per mettere alla berlina l’ostilità della società-bene del suo tempo verso i figli nati da relazioni giudicate illegittime. Sì intitola Acqua minerale e gioca lungamente sull’equivoco linguistico dei significati di naturale.
Con Filippo e Roberto è stato assolutamente naturale ritrovarsi in podcast una volta di più, naturale nel senso più bello della parola. Volendo giocare sulle ambiguità linguistiche, potremmo contrapporre naturale a artificiale, visto che la puntata era dedicata alle sedicenti intelligenze in questo momento nella loro primavera (tranquilli che arriverà l’inverno).
Loro sono podcaster nati (bisognerebbe avere un neologismo apposta, che so, podmaster) ed è un piacere tenere i loro ritmi e alimentare la conversazione che viene intavolata.
Sono riuscito a evitare il pippone che avevo sulla punta della lingua – prima o poi arriverà lo stesso, eh – e mi sono anche goduto il microfono comprato non dico apposta ma quasi.
E la soddisfazione di avere coperto tanta discussione su quello che i sistemi generativi rappresentano per l’ecosistema Apple, dove il machine learning ha per ora mantenuto il proprio nome invece di spacciarsi per intelligenza. Si poteva anche andare avanti per ore perché il tema è sconfinato, ma le cose importanti sono passate. Probabilmente siamo riusciti a passare qualche dritta anche ai più preparati tra chi ha seguito la diretta YouTube.
Rispetto all’intelligenza, leggo e porterò contributi. Rispetto al podcast e al piacere di comporlo ospite di Filippo e Roberto, mi piace che sia così naturale ritrovarcisi e contribuire. Sono proprio bravi e un livello così è fuori portata di qualsiasi meccanismo artificiale, per quanto in voga.