All’inizio di quest’anno non ho fatto propositi particolari, al contrario di altre volte.
Quest’estate, però, sono riuscito a smettere di leggere Facebook.
Smettere di leggere Facebook è un’altra cosa che uscire da Facebook, qualcosa che mi è impossibile, per lavoro, e indesiderabile nella vita: i social, nessuno escluso, hanno una valenza importante per quanto riguarda i contatti personali e il contenuto informativo.
Continuo pertanto a entrare in Facebook e a seguire affetti, conoscenze e competenze; ricevo regolarmente messaggi in Messenger e reagisco a sollecitazioni opportune.
Semplicemente, non leggo Facebook. Non scorro la timeline in assenza di un motivo; non lo uso come passatempo o come riempitivo. I social, nessuno escluso, hanno una valenza negativa, di intrusione nel tempo privato e personale oltre ogni necessità e piacere legittimo.
Non divento né migliore né peggiore; semplicemente, uso meglio lo strumento, per quanto può essere utile e contribuire a lavoro, divertimento e apprendimento.
Instagram e LinkedIn erano già largamente a posto da questo punto di vista.
L’obiettivo è terminare l’estate e avere smesso di leggere anche Twitter. Non di informarmi, di comunicare, di partecipare; di leggere.
Sembra tutto più arioso e leggero.