Sarebbe stato così sobrio e sintetico, senza la guerra, questo evento? Non possiamo saperlo ovviamente. Certo è stato un lavoro veloce e pulito, niente sbavature, tutta sostanza a parte forse l’incipit dedicato a TV+.
Che poi, valesse solo il mio parere, l’annuncio dei Friday Night del baseball MLB è stato sufficiente a farmi piacere tutto il resto, a prescindere. Tim Cook ha detto testualmente ovunque sia disponibile la app TV+ e dunque dovrebbe valere anche per l’Italia. Incrocio i telecomandi.
iPhone 13, iPhone 13 Pro, perfino iPhone SE sono sviluppi normali su cui c’è poco da aggiungere. È stata interessante invece l’organizzazione del resto dell’evento, perché il vero protagonista è stato Apple Silicon, prima presentato e poi declinato su iPad Air e su Mac Studio, la vera novità assieme allo Studio Display.
M1 Ultra, due system-on-chip cuciti insieme per aggirare la difficoltà di produrre M1 ancora più grandi degli attuali, è un bell’accorgimento per aumentare ulteriormente la potenza di elaborazione mantenendo i vantaggi sulle prestazioni per watt.
Mac Studio pare ne approfitti alla grande. Non è ancora un Mac Pro, ma è più di un iMac 27” e dovrebbe soddisfare una platea piuttosto vasta nell’ambito di chi cerca prestazioni e però non vuole permettersi un Mac Pro.
(A questo proposito, non sarei così sbrigativo come molti a dare per defunto iMac 27”. La ragione è che sul sito Apple, nella barra dei Mac, viene scritto tuttora iMac 24”, cosa che a rigore non dovrebbe accadere, se quello fosse l’unico modello a catalogo e quindi fosse semplicemente iMac, senza la necessità di specificare la dimensione dell’area attiva dello schermo).
I rumoristi sulla rete si erano sbizzarriti a immaginarsi occhiali a realtà aumentata, Mac mini aggiornati e varie altre amenità inesistenti; li lasciamo tranquillamente alle loro problematiche psicologiche. Ci portiamo a casa invece un aggiornamento interessante dal punto dei vista dei Mac e del completamento della transizione a Apple Silicon, con uno schieramento di macchine che potrebbe addirittura essere più numeroso di prima (grazie a Mac Studio).
Sul lato mobile, fino a che esce un nuovo iPad Pro ci si potrà porre il problema di scegliere tra lui e il nuovo iPad Air con M1. Si è levata qualche voce a dire fesserie tipo che ci facciamo con l’M1 su questo sistema operativo, ma è palese che non hanno mai fatto un editing complesso su iPad con Pixelmator Pro o non si sono cimentati con qualche gioco di nuova generazione; il processore sotto coperta non è mai troppo potente.
Tutto scorre, Mac è più vivo e vitale che mai, l’attenzione passa a giugno per WWDC che è tradizionalmente una sede di annunci ben più importanti. Scorresse via anche la guerra.