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Dal mondo Apple all'universo digitale, in visualizzazione rapida dell'ovvio

27 gen 2021 -

Libertà di limite

Matt Birchler commenta un anno di abbonamento al servizio di posta Hey e osserva qualcosa di interessante rispetto all’obbligo di usare la app propria del servizio:

[Niente app indipendenti, sei matto?] Può essere, ma in questo caso ritengo sia una questione di limite che diventa una forma di libertà. Quando usavo Gmail e Outlook come fondamento della mia infrastruttura di posta, avevo la mia scelta della app. Apple Mail, Spark, Outlook, Gmail, Airmail, Edison, Blue, Newton, Spike, Polymail… […] Spark veniva aggiornata e la usavo. Poi Outlook faceva qualcosa di nuovo e tornavo lì. Poi però aveva un bug e allora mi mettevo su Apple Mail, fino a quando mi annoiavo e tornavo a Spark e il cerchio si chiudeva per cominciare daccapo.

Era scelta? Assolutamente sì, ma era una cosa buona per la mia posta? Neanche un po’.

Se penso a quanti dibattiti attorno al tema che app di posta dovrei usare, ora mi rendo (più) conto di quanto fossero vacui.

Se penso alle molte volte in cui Apple ha limitato la scelta di opzioni in un computer o in un sistema operativo, capisco (meglio) la logica dietro la decisione.

Certo, a volte non funziona bene. Lo riconosce anche Birchler:

Se la app di Hey fosse tremenda avrei un problema serio, ma non solo sa il fatto suo; è la app di posta più affidabile che abbia mai usato e viene tenuta aggiornata e migliorata più velocemente della maggior parte delle altre.

Se la scelta è unica, ma ben pensata e ben realizzata, vale più libertà di chi vuole scegliere tra mille alternative di bassa qualità.

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