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Dal mondo Apple all'universo digitale, in visualizzazione rapida dell'ovvio

13 nov 2020

Strascichi di Halloween

Leggo che gira un aggiornamento di OpenOffice, 4.1.8. Contenente la bellezza di ventuno bug fix. Dopo soli quattordici mesi di sviluppo dalla versione precedente, che aveva sistemato la bellezza di due bug.

La versione 4.0 data al 2013.

Per confronto, BBEdit 13.5.2 ha sistemato dodici bug. Ma il precedente 13.5, che dista tre settimane da oggi, ne toglieva sessantacinque intanto che applicava rifiniture, aggiunte e persino la compatibilità con Apple Silicon che ancora non era la famiglia Mx appena presentata.

BBEdit è curato da una manciata di persone. Ci vivono, ma sempre una manciata sono. Per manutenere una suite di produttività individuale servono, se è un vero progetto open source, centinaia di coinvolgimenti.

Questo fa capire la portata del lavoro su OpenOffice. Parliamo di un morto che cammina.

OpenOffice è open source di sola facciata. Da anni lo tengono in “vita”, modalità mostro di Frankenstein, aziende che vogliono solo ostacolare l’affermazione di LibreOffice, autenticamente libero e alternativo a chi vuole prosperare sui formati chiusi, sul lock-in, sullo strangolamento della concorrenza e sull’eliminazione della libertà di scelta per il proprio desktop.

Questa è anche una storia molto concreta di come funziona l’amore di Microsoft per il software libero. Apache Software Foundation, che mette il proprio marchio sulla pagina di OpenOffice, relativamente a questo progetto è un pupazzo nelle mani di una multinazionale. Se ci fosse un grano di sincerità nelle parole di Microsoft sull’open source, OpenOffice sarebbe effettivamente sostenuto; oppure verrebbe sostenuto LibreOffice. Invece, zero.

Cestina OpenOffice. Scarica LibreOffice. Iscriviti a LibreItalia. La notte degli zombi è divertente, ma è terminata.

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