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4 lug 2020

Il lavoro di dire no

Linus Torvalds tiene il proprio intervento durante l’evento Open Source Summit and Embedded Linux Conference: Europe. A un certo punto gli chiedono come si articoli la sua giornata. Risponde che legge un sacco di posta, ne scrive molta è praticamente non programma più, perché scrive il codice direttamente nel messaggio oppure invia pseudocodice. Poi:

Leggo molta più posta di quella che scrivo, perché alla fine il mio lavoro è dire no. Qualcuno deve poter dire no alla gente. Perché gli altri sviluppatori sanno che che se fanno qualcosa di sbagliato, io dirò no. […] Tuttavia, per poter dire no, devo conoscere il retroscena. Per questo passo praticamente tutto il mio tempo a leggere posta riguardante quello su cui sono al lavoro le persone.

A me viene in mente un altro personaggio conosciuto in ambito informatico, noto per avere parlato del dire no:

Focalizzarsi è dire no […] alle centinaia di altre buone idee. […] In realtà sono orgoglioso delle cose che non abbiamo fatto così come di quelle che ho fatto. L’innovazione è dire no a mille cose. Bisogna scegliere con attenzione.

Se di una cosa possiamo essere certi, è che Torvalds non si è ispirato a Jobs. Se due persone tanto diverse arrivano a un punto di vista comune, c’è da rifletterci.

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