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Dal mondo Apple all'universo digitale, in visualizzazione rapida dell'ovvio

5 feb 2020

Realtà e fiction

Dopo tanti anni e dopo tante sciocchezze lette rispetto ai prodotti di Apple, ora tocca leggere sciocchezze riguardo alle serie TV di Apple. Segno dei tempi e immagino quanti si lamentavano per come i Mac venivano trascurati, perché Apple pensa solo a iPhone

Non è sfuggita a John Gruber l’accoppiata New York Post più Wall Street Journal.

Secondo il primo, Tim Cook scriveva annotazioni sui copioni, dirette presumibilmente a registi e produttori. La più comune sarebbe stata non essere così crudo (Don’t be so mean).

Eddy Cue, responsabile Apple per il settore multimedia, ha smentito al cento percento che Cook o chi per esso abbia mai espresso commenti, di qualunque tipo, su un copione: Lasciamo lavorare i ragazzi, che sanno ciò che stanno facendo.

Chiosa Gruber:

Si dica quello che si vuole sui contenuti originali di Apple fino a qui prodotti, ma la crudezza non manca.

E nota come il New York Post non abbia mai fatto marcia indietro sulle sue affermazioni.

Il Wall Street Journal invece scriveva quasi un anno e mezzo fa:

Apple ha detto chiaramente, dichiarano produttori e agenti, di volere spettacoli di alta qualità per un pubblico ampio, ma non sesso, turpiloquio o violenza gratuita.

Commenta oggi Gruber:

Suppongo si possa discutere sulla parola gratuita, ma le cose che ho visto […] non sembrano trattenersi sul sesso o sul linguaggio forte. The Morning Show e Servant, in particolare, sono chiaramente per adulti. […] Per quanto ne so, il Wall Street Journal non ha mai ammesso di avere sbagliato.

La sparate sui prodotti le ho attribuite spesso a una incompetenza di fondo. Per decidere se una serie TV contiene scene spinte o linguaggio forte non bisogna essere competenti; semplicemente, basta guardarle.

Forse anche i prodotti, basterebbe usarli prima di scriverne.

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