Apple ha segnato un nuovo record di sempre per il quarto trimestre fiscale dell’anno, in un momento di flessione di iPhone, il prodotto da cui dovrebbe essere dipendente e troppo legata secondo numerosi sedicenti analisti.
A farla crescere, e si parla di un gigante da duecento miliardi, sono i servizi e poi prodotti come Watch oppure AirPods.
John Gruber, nel provare in anteprima AirPods Pro con la cancellazione del rumore, la modalità Transparent che cancella selettivamente, nuovi comandi e nuova qualità, scrive che la differenza tra questi e i vecchi AirPods è come tra il giorno e la notte .
Tim Cook dichiara in un’intervista che domani il contributo più grande che sarà riconosciuto ad Apple sarà quello per la salute delle persone . Si parla dell’azienda che ha cambiato il computing, la musica, la telefonia, la stessa che è diventata la più capitalizzata di sempre ma è lontana dal sedersi sugli allori e giocare di rimessa.
Nel frattempo watch continua a salvare vite qua e là, ultimo caso quello di un californiano caduto da una scogliera; il suo computer da polso ha riconosciuto la caduta violenta e chiamato da solo il numero delle emergenze .
Piaccia o no, e han voglia i nostalgici a tirare fuori la mancanza di innovazione, la frontiera del cambiamento tecnologico oggi sta sul polso o nelle orecchie. Apple ha trasformato in computer l’orologio da polso e sta facendo lo stesso per gli auricolari.
Gli altri, nella sostanza, seguono. I più disperati copiano e basta; Xiaomi arriva oggi con un orologio intelligente che, ma guarda, somiglia moltissimo a un watch .
Ci si può lamentre dei prezzi, o dei bug degli ultimi sistemi operativi, anche a ragione. Nel complesso, però, è solo Apple che insiste nel voler cambiare seriamente e in meglio le cose. Qualcosa che non può più accadere nei mercati ultradecennali come quello dei portatili, dove al massimo si registrano miglioramenti incrementali.