Quando le parole non sono abbastanza, gli insegnanti trovano un linguaggio comune attraverso iPad.
È una storia confezionata direttamente da Apple, quindi di parte. Eppure è tremendamente credibile. In tutta Europa arrivano ragazzi che devono imparare la lingua del Paese in cui risiedono. Favorevoli o contrari all’immigrazione, è interesse totalmente comune che lo facciano bene, in fretta e senza penalizzare chi la lingua la conosce già.
Insegnanti dalla Germania e dalla Svezia, nazioni capofila del fenomeno, mostrano come un iPad in mano ai ragazzi, con i giusti contenuti, porti a risultati percettibilmente migliori dei metodi tradizionali.
Da noi usa molto il mantra della mancanza dei soldi, ma forse è solo un problema di intendersi: dove uno dice non ci sono soldi, io capisco sono spesi male e comunque vanno trovati. La posta in gioco è troppo alta. Ancora una volta, qualsiasi idea uno abbia, non esistono dubbi sul fatto che avere in Italia persone che sanno bene l’italiano è una priorità. Vale anche per tanti italiani analfabeti funzionali.
Chissà, magari un iPad aiuterebbe tante istituzioni a comprendere il linguaggio delle necessità reali in aggiunta a quello della burocrazia improduttiva.