A costo di uscire dalla semplificazione per rasentare la banalizzazione, che sarebbe sbagliato, Apple è in croce perché è in corso una guerra diplomatico/commerciale tra Cina e Stati Uniti, la quale ha favorito una contrazione dei consumi interni cinesi. La Cina ha fatto passi da gigante negli ultimi anni ma è tutt’altro che una nazione mediamente ricca e basta poco per rendere inaccessibile l’acquisto di iPhone a una vasta fetta di consumatori. Situazione che ha portato Apple a presentare solamente il secondo miglior fatturato di tutti i tempi.
Ha influito sui risultati anche il programma di sostituzione batterie a costo ridotto, che per mesi e mesi ha spinto milioni di persone a cambiare la batteria prima di arrivare a cambiare iPhone. E qui Apple ha perso molti soldi ma ha fatto la cosa giusta, come scrive l’analista Carolina Milanesi:
The battery program was the right thing to do for #AAPL. Not because they are a charity business but because it means delaying revenue rather than upsetting customers and losing them!
— Carolina Milanesi (@caro_milanesi) January 29, 2019
Meglio perdere fatturato ma conservare un cliente soddisfatto che guadagnare nel breve ma perdere per strada i clienti.
Invece Apple dovrebbe fare la cosa giusta e pubblicare le cifre di vendita in unità dei suoi prodotti. Era rimasta l’unica a farlo e ha smesso; dovrebbe riprendere. Così facendo non fermerà speculazioni e articoli imbecilli che annunciano l’apocalisse per una diminuzione delle vendite; anzi, semmai la mancanza di trasparenza incoraggerà le voci peggiori della rete a lanciarsi nelle analisi più sganciate dalla realtà.