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Dal mondo Apple all'universo digitale, in visualizzazione rapida dell'ovvio

9 dic 2018

iPad dietro le quinte

Dopo tutte le polemiche sulla presunta incapacità di iPad Pro di sostituire un computer, fa specie leggere uno sviluppatore di backend affermare soddisfatto di usare un iPad per il proprio lavoro.

Uno sviluppatore di backend (la parte del sistema con cui l’utilizzatore non interagisce), parole sue, è spesso il più vicino alla fonte dei problemi tecnici. Problemi di rete, di memoria, di hardware, di sistema operativo eccetera. Difficile non definirlo un professionista, complicato affermare che si limiti a consumare dati senza produrne.

Viene fuori che avere una sola app sullo schermo lo aiuta a concentrarsi sul problema e, anzi, evita la visione a doppia pagina. Salta fuori che, nel suo caso, l’impossibilità di smanettare all’interno di iPad gli libera energie che può dedicare ai problemi reali da risolvere; mentre con una connessione ssh può inserirsi in qualsiasi sistema e affrontare le questioni più complesse senza essere menomato nell’operatività.

Emerge che una macchina Linux infinitamente configurabile e personalizzabile rischia di diventare una fonte di perdite di tempo.

Come si scriveva, ognuno è un caso a sé nella propria storia di utilizzatore. Casi come questo, peraltro, sono molto concreti e sottintendono una qualità del lavoro all’altezza di una qualifica ufficiale e degna di uno stipendio. Diverso dal parlare come della Nazionale e di Masterchef.

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