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Dal mondo Apple all'universo digitale, in visualizzazione rapida dell'ovvio

11 gen 2018

In punta di Safari

Il post sull’anniversario di Safari ha suscitato vari commenti, compresi quelli di mkdir a proposito dei quali intendo chiarire il mio pensiero.

“…non possiede la forza trainante di un miliardo di computer da tasca, i più utilizzati e versatili…” questa frase sembra di Ballmer…

Non entro nel merito dello stile-Ballmer. Il senso della frase è che gli apparecchi iOS hanno grandemente e decisivamente contribuito a portare l’attenzione su Safari. Senza i numeri portati da queste macchine, Safari – anzi: WebKit – sarebbe rimasto probabilmente una faccenda per pochi e non avrebbe avuto l’impatto che invece ha avuto nel mondo web. Si noti che Safari non è il browser più diffuso né lo è mai stato; non è mai stato monopolista e non ha soffocato alcun altro browser esistente. Nessun sito ha mai risposto a una persona puoi entrare solo se usi Safari.

Per alcuni essere FLOSS potrebbe essere una feature migliore di un millisecondo in meno nella renderizzazione, senza contare che Firefox è velocissimo: batte spesso Chrome nei bench come Motion Mark.

Certamente. Molte persone usano Firefox, che è un ottimo browser e l’essere open source è sicuramente un valore (parlo come socio di LibreItalia, per dire). Questo nulla toglie all’impatto e ai meriti di WebKit.

Inoltre esiste una versione 100% FLOSS di Chrome: Chromium.

Che è un’ottima cosa. Qualsiasi gruppo di volontari sufficientemente motivato potrebbe fare esattamente la stessa cosa con Safari. Non lo vedo come un demerito di Safari.

Che dire di Safari: ha preso codice libero (il “motore WebKit” da KHTML) per farne un app chiusa.

Indubbio. Adesso alzino la mano quanti hanno usato Konqueror, primo browser a usare il motore Khtml da cui è partito il lavoro su WebKit. Ci sono poche mani. In anni di rilevazioni di traffico web posso giurare di non avere mai visto citato Khtml o Konqueror. La percentuale di uso è certamente inferiore all’uno percento.

In altre parole: Khtml è una iniziativa bellissima e nobile, che novantanove persone su cento non hanno mai visto.

Safari ha portato i vantaggi di Khtml a decine di milioni di persone che altrimenti li avrebbero ignorati. WebKit ha ampliato a dismisura questa cifra. Oggi, tagliata con l’accetta, due terzi dei navigatori web hanno beneficiato di WebKit. Siamo sopra il miliardo di persone. Trovo il compromesso accettabile di fronte al risultato.

Se non altro ha contribuito ad affinare il codice WebKit che viene usato anche da altri browser Open Source come Chromium, disponibile pure in vari repository di distro free GNU/Linux oltre che in diverse live.

Infatti ed è molto positivo. In realtà Chromium usa Blink, che è un fork (reinterpretazione) di WebKit. Proprio come WebKit è un fork di Khtml. È così che funziona l’open source: a volte, da un progetto, nasce una variante del progetto con ambizioni più elevate.

Se non ci fosse stato WebKit, non ci sarebbe Chrome e non ci sarebbe Chromium. Ci sarebbe certo Khtml; a usarlo saremmo quattro gatti e là fuori miliardi di persone userebbero altro. Magari ancora schiave del vecchio. Se per stare fuori dalla replica dell’incubo Internet Explorer fa comodo un browser chiuso per quanto con motore aperto, datemelo. Subito. Perché di là usano un browser chiuso con motore chiuso.

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