Lettura raccomandata quella di Jason Snell su MacWorld perché porta una ventata di informazione nel delirante panorama delle illazioni sul prossimo iPhone. Segnatamente sull’ipotesi che Apple possa proporre un modello molto evoluto e molto costoso da vendere in quantità relativamente piccole dove invece i grandi numeri sarebbero riservati agli ordinari, averne, iPhone 7S e 7S Plus.
All’idea di pezzo prezzo più alto ci sono commentatori che si scatenano subito e mancano completamente di cogliere il succo della questione, ottimamente spiegato da Snell. Appke può permettersi di inserire in iPhone tecnologia inseribile in duecento milioni di unità annue, più o meno.
Viene fuori che nessuno dei concorrenti di Apple si avvicina neanche a queste cifre: la vera tecnologia da capogiro di iPhone è la sua catena di montaggio. Mai un prodotto si era venduto in tanti numeri tanto in fretta.
Ne segue che, se arriva un progresso tecnologico per ora impossibile da trasmettere a duecento milioni di unità, Apple si trova all’angolo, tra il doverla trascurare o adottarla solo su una frazione della produzione.
Ciascuna opzione ha pro e contro. Comunque vada a finire, andrà ricordato che il prezzo di iPhone non è una rapina; è dettato da mille fattori tra i quali anche la tecnologia che vi si trova dentro oltre che, nel caso di una macchina venduta in quantità limitate, la domanda.
E non è obbligatorio cedere al canto delle sirene: in casa c’è chi usa iPhone 7 con profitto e a ragione; non sono io, che ho scelto di stare con un iPhone 5 fino a che dura. Perché è quello che mi serve.