Operativo da aprile, il nuovo campus si chiamerà Apple Park e conterrà un auditorium da mille posti intitolato a Steve Jobs.
Qualcuno ha voluto cogliere una similitudine tra il nome del nuovo campus e quello dei laboratori Xerox dove venne coltivato il germoglio dell’interfaccia grafica:
Historic mimesis. Xerox PARC and Apple Park: https://t.co/yXCYuwFkdW pic.twitter.com/DPOVlVJsuy
— Eli Schiff (@eli_schiff) February 22, 2017
Gli stessi laboratori dove Jobs prese l’idea dell’interfaccia grafica e ottennero, in cambio dell’uso di alcune idee da parte di Apple, azioni della società di Cupertino.
Abbondano i punti di interesse attorno al campus. Apple ha preteso dai costruttori precisione inusitata; le pulsantiere degli ascensori sono ispirate all’interfaccia di iPhone; si tratta di uno dei tetti a pannelli solari più importanti al mondo; internamente si potrà fare a meno dell’aria condizionata nove mesi l’anno. Eccetera eccetera.
Quello che piace a me è l’assoluta normalità del nome. Apple Park. Ispira quiete, ordine. L’ideale per lavorare su progetti mai visti prima. E poi lo Steve Jobs Theater, dedicato a chi ha saputo eccellere nelle presentazioni di prodotto. Tanti altri prodotti e tante altre presentazioni acquisteranno un’ombra della sua aura e la sua non sarà solo un’assenza, ma anche un giusto ricordo.
Sono notizie che mi piace sentire a dispetto della loro apparente insignificanza. Promettono bene. E lo scrivo in quello che sarebbe stato il compleanno di Steve Jobs.