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Dal mondo Apple all'universo digitale, in visualizzazione rapida dell'ovvio

27 ott 2016

Dove va HomeKit

Negli ultimi giorni una parte notevole di Internet è stata messa in ginocchio da attacchi Distributed Denial of Service (DDoS): faccio in modo che il tuo sito riceva talmente tante richieste di accesso che non ce la fa e schianta. Poi tengo il livello di richieste più alto che posso, in modo che il sito rimanga irraggiungibile.

Sono stati battuti i record di potenza e questo grazie a botnet, squadre di apparecchi che non sanno di appartenervi e sono pilotati da burattinai del software, costituite da aggeggi della cosiddetta Internet of Things (IoT), cioè l’insieme degli oggetti di uso comune che, da questo secolo, sono capaci di entrare in Rete.

Orologi, fotocamere, sensori, elettrodomestici, televisori, lampadine, caffettiere hanno una cosa in comune: siccome è da pochissimo che vanno su Internet e le aziende che li producono non hanno idea della situazione, hanno livelli di sicurezza infimi. I loro acquirenti non se ne rendono conto e, come accadeva con i videoregistratori di un tempo dove nessuno sistemava l’orologio e lo lasciava a lampeggiare, così oggi non si cura di impostare password decenti. E il primo che passa può prendere il controllo dell’apparecchio.

Il risultato è che una squadra di orologi, fotocamere, sensori, elettrodomestici, televisori, lampadine, caffettiere ha messo fuori combattimento una parte importante della rete. Senza saperlo.

Cambio di scena, ora: articolo di Forbes sul perché solo cinque aziende finora hanno lanciato apparecchi compatibili con HomeKit, l’architettura di Apple per la domotica, quest’ultima una propaggine domestica della Internet of Things.

Spiegazione: Apple pone requisiti fortissimi e futuribili di sicurezza degli apparecchi, con chiavi di cifratura di lunghezza inusitata e funzioni di cifratura all’avanguardia nel settore. I costruttori hanno difficoltà a rispettare i requisiti e nel contempo mantenere le velocità di risposta che ci si aspetta da una serratura o da un rubinetto. La cifratura robusta, infatti, impone calcoli impegnativi che molti apparecchi odierni non riescono a eseguire in tempi ristretti.

Dettaglio: alla fine della presentazione di iPhone nel 2007, Steve Jobs citò il campione di hockey su ghiaccio Wayne Gretzky:

Pattino dove sta andando il dischetto, non dove è stato.

Dovrebbe essere semplice tirare le conclusioni su dove sta andando Apple con HomeKit e perché.

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