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Dal mondo Apple all'universo digitale, in visualizzazione rapida dell'ovvio

25 gen 2016

Figli di un Office minore

Diciamo per essere buoni che nel 2016 l’uso di Office è una assurdità inutile tre volte ogni quattro. E, in effetti, da molti anni l’unica ragione che mi viene spiegata è la compatibilità con qualcun altro, anche lui utilizzatore Office.

A me piacerebbe incontrare l’utente zero, quello che non deve rispettare la compatibilità con chissà chi perché è lui a imporla agli altri.

Ho sempre sostenuto che la storia della compatibilità è una balla colossale e il vero motivo per cui si continua a usare Office è la resistenza al cambiamento. Adesso c’è la prova provata.

9to5Mac pubblica infatti una serie di tabelle sulla compatibilità tra le versioni di Office per Windows e quelle per Mac, o iPad. Premesso che sono state compilate da un dipendente di Parallels e quindi probabilmente sono fatte per apparire più pessimiste della realtà, se io pagassi Office, mi sentirei truffato. La quantità delle funzioni mancanti sui sistemi Apple è imbarazzante.

In altre parole: la strombazzata compatibilità è finta. Meglio: riguarda un campo di funzioni e caratteristiche talmente ristretto che si otterrebbe lo stesso identico risultato con un Pages, un Google Docs, un LibreOffice (rinnovata l’iscrizione a Libreitalia? Meglio prima di fine gennaio perché quello è il momento in cui si raccoglie il dato ufficiale).

Il bello è che chi paga Office per usarlo su Mac o iPad rinuncia da subito a una montagna di funzioni, ma finanzia il loro sviluppo. Come dire, paghi per un programma di cui non userai mai una montagna di possibilità perché in verità non servono e d’altronde, anche volendole, non ci sono. Come cantava Battiato quando faceva l’avanguardia, ti sei mai chiesto quale funzione hai?

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