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Dal mondo Apple all'universo digitale, in visualizzazione rapida dell'ovvio

7 mag 2015

La coerenza innanzitutto

Ken Segall ha scritto l’ osservazione definitiva sulla possibilità di comprendere il funzionamento di Apple da parte di certi critici.

Sbagliarsi sul futuro di Apple spesso affonda le radici negli sbagli commessi sul passato di Apple. Chi non riesca a comprendere che cosa ha portato ai successi passati avrà difficoltà a vedere quelli futuri.

Qui non si tratta di critiche più o meno fondate, ma del ripetere pedissequamente le osservazioni con cui si prefigurava il fallimento di iPod nel 2001 per preannunciare il fiasco di watch nel 2015. Le stesse, uguali uguali uguali.

E i ragionamenti a pera sulle quote di mercato, e se-c’era-Steve-non-succedeva, e la fine della capacità di innovare eccetera. Invece, come da esempio su watch:

Con Gear, Samsung ha lavorato in modo eccellente per dimostrare di non essere Apple. Determinata ad arrivare per prima sul mercato, ha fatto l’ovvio: ha ridotto il telefono alle dimensioni dell’orologio, fotocamera compresa. Per loro era semplicemente una sfida tecnologica.

Apple ha lavorato bene alla dimostrazione di non essere Samsung. Come aveva fatto con iPod, iPhone e iPad, ha studiato il settore e immaginato come reinventarlo, a partire dalla comprensione che un orologio è sia tecnologia che moda.

La morale:

In realtà Apple è una delle aziende più coerenti sulla Terra. Quando il suo comportamento attuale risulta incomprensibile, può diventare chiaro se solo si guarda al passato.

Non è difficile, per chi vuole capire.

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