Dopo la rivelazione-shock del mio stato di azionista Apple, vuoto il sacco per intero: ho accettato di entrare nel Comitato Tecnico Scientifico di LibreItalia, il punto di riferimento per gli utenti italiani di LibreOffice.
Grande onore e grandi oneri, come si evince da un capoverso della mail che ha iniziato tutto:
È un ruolo squisitamente “consulenziale”, per il quale non prendi nemmeno un centesimo (l’associazione è una ONLUS), in base al quale offri la tua competenza – ovviamente, del mondo MacOS – rispetto a LibreOffice.
Vaste programme, avrebbe forse commentato il generale De Gaulle. Eppure mi va di mettere in campo energie e incoscienza per l’esatto motivo che di LibreOffice sono un utilizzatore scarso.
Sospetto che nel mondo Mac sia più la regola che l’eccezione e questo merita uno sforzo per cambiare le cose.
C’è bisogno di fare più alfabetizzazione e divulgazione, perché tanta gente neanche sa che LibreOffice esiste (e non parliamo del software libero in generale, dato che la parola magica è gratis e con quella viene fatto passare).
D’altro canto è evidente all’occhio che LibreOffice, con tutti i suoi meriti, deve ancora fare strada per inserirsi pienamente nel mondo Mac. È qui che mi piace l’idea di mettere impegno. Non so che cosa riusciremo a fare; so che ne vale la pena.
Sommessamente aggiungo che l’ associazione a LibreItalia costa cinque euro per gli studenti, dieci euro per i soci ordinari, cinquanta euro per i soci sostenitori o almeno queste sono le quote per il 2014. Entrati nel 2015, per me sarà un dovere morale figurare nell’elenco soci; per chiunque altro volesse seguirmi sarebbe un piccolo e notevole regalo da fare e farsi, a sé e alla causa del software veramente libero. Anzi, libre.