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Dal mondo Apple all'universo digitale, in visualizzazione rapida dell'ovvio

7 nov 2014

Panta rei

Non ci si può bagnare due volte nello stesso fiume / né prevedere i cambiamenti di costume.
(Franco Battiato)

Molti si lamentarono anni fa quando Apple iniziò a disertare lo Smau italiano e soprattutto la fiera Macworld. Adesso Macworld 2015 è stato messo assieme alla consorella iWorld on hiatus, in pausa, eufemismo gentile per dire che non si terrà più, salvo eventi catartici che all’orizzonte proprio non si vedono.

Pareva che Mac fosse negletto e a Cupertino si occupassero sono di iPhone e compagnia. I nuovi dati Idc – sempre da prendere con un grosso grano di sale – dicono che Mac è il terzo computer negli Stati Uniti, con una quota di mercato del 13 percento. Probabilmente non l’ha avuta nemmeno il primo Macintosh del 1984.

A proposito di 1984, più che di Macintosh, niente mostra quanto siano cambiati i tempi quanto la presentazione italiana di Apple //c, maggio di quell’anno. Da mostrare a chi non gradisce gli attuali keynote. Guarisce subito.

Non è tanto che i tempi siano cambiati. Dobbiamo piuttosto ricordarci che continuano a cambiare. Se questo settore ha un lato bello, è esattamente l’impossibilità di adagiarsi nell’abitudine.

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