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Dal mondo Apple all'universo digitale, in visualizzazione rapida dell'ovvio

29 lug 2013

Val più la pratica dell'interfaccia grafica

Si diceva che gli utenti evoluti, se sono evoluti davvero, usano il Terminale più che il Finder e commentavo con l’esempio di un compito che assolvo in modo semiautomatico ogni mese.

Ecco il comando che mi genera in un colpo solo undici tra cartelle e sottocartelle:

mkdir -p numero\ 13/1\ originali\ e\ traduzioni/presi numero\ 13/2\ testi\ per\ i\ grafici/presi numero\ 13/3\ bozze\ impaginati/presi numero\ 13/4\ impaginati\ corretti/presi numero\ 13/5\ impaginati\ finali/presi

Lo si può copiare e incollare sul Terminale di qualsiasi Mac e dare Invio. Non succede niente di grave, si creano cartelle e basta, che si possono buttare liberamente un secondo dopo. Per trovarle, il comando pwd mostrerà dove il computer sta effettivamente lavorando. Potrebbe essere la cartella Inizio (/Users/nomeutente/) o altra. Prima di eseguire il comando si può trasferire eventualmente l’esecuzione in una cartella specifica, con il comando cd. Dopo il backslash c’è sempre uno spazio; dopo la scritta presi c’è sempre uno spazio (a parte la fine del comando); non c’è mai più di uno spazio.

Da qui in avanti, è un copia e incolla. Ovvero, è una cosa mostruosamente complicata da portare a termine la prima volta. Poi è fatta. Ho lavorato in un worksheet di BBEdit, che ho salvato. Da allora torno lì tutte le volte che mi serve, schiaccio ⌘-Invio ed ecco pronta la gerarchia. In mancanza di BBEdit, basta salvarsi il comando in TextWrangler, per dire, e fare copia e incolla nel Terminale.

La prima volta, creare le undici cartelle a mano batte agevolmente in velocità il Terminale. La seconda volta va diversamente, perché cambio numero 13 in numero 14 in mezzo secondo e poi è sufficiente ⌘-Invio per finire. La terza, la quarta, la quinta, la tredicesima…

Per chi ne sa, è ovvio come questo sia solo l’inizio. Si può sostituire tutta la sequenza con un singolo comando cartelle, farne uno script eccetera. Lo scopo dell’esercizio non era addentrarsi nei meandri di Unix (come peraltro ha fatto da par suo sempre nei commenti briand06), ma mostrare la via realmente più potente per raggiungere un risultato su Mac, dopo che tutti conosciamo – risolvendo novanta volte su cento ogni problema – la via più facile.

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