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Dal mondo Apple all'universo digitale, in visualizzazione rapida dell'ovvio

13 gen 2012

De bello scrivere

Ricevo da Manuel:

Questa sera mi ha chiamato una amica, stanca dal lavoro. Studia all’università di Genova come traduttrice. Il word processor è il suo pane quotidiano e sul suo Mac ha installato Office 2008 originale, perché vive ogni giorno di .doc (pochi .docx).

Cercando di esportare la sua tesi in PDF si ritrovava sempre le pagine ordinate al contrario. La tesi ha un centinaio di pagine e riordinarle a mano con anteprima era improponibile. Per fortuna in pochi minuti abbiamo risolto con Moonwalk (al quale le ho suggerito di donare un paio di dollari) e poi ci siamo messi a parlare del suo odioso rapporto con Word, che si pianta ogni due per tre. Ho cercato di spiegarle che esistono molti altri word processor, almeno per quando deve scrivere lei un testo da zero e non editare un testo scritto da altri. A memoria le ho parlato di Bean, Mariner Write, Scrivener, LibreOffice, Pages. Però non ho esperienza diretta, io uso il 99% delle volte TextWrangler ed il restante 1% Pages.

Mi piacerebbe leggere un tuo post sui word processor per Mac, magari l’evergreen alternative a MS Word. Lei mi ha spiegato che di solito produce documenti nuovi e non ha problemi perché consegna quasi sempre un PDF, altre volte lavora con documenti .doc modificati nel tempo da persone diverse (qui la vedo dura, anche perché usano plugin specifici per certi lavori di traduzione), altre volte ancora semplicemente deve restituire un documento in cui segnala gli errori (a scuola le hanno insegnato ad usare le note di Word). Secondo me almeno nel 50% dei casi può fare a meno di Word, seppur non so bene quali e quante alternative valide esistano (Bean mi era sembrato scarno quando lo provai anni fa su Tiger), né quale consigliare.

È significativo che un post sui word processor per Mac oggi rischi di diventare una inchiesta. Il tema, anni fa, si sarebbe esaurito in poche righe e invece oggi tende all’infinito. Lo affronterò in sintesi (leggi: me la cavo) evidenziando alcune tendenze di lungo periodo che devono guidare il ragionamento dell’amica di Manuel e anche il nostro.

Comincio andando su App Store, quello Mac. In prima pagina ho visto un’icona Apps for Writers - From Scribbles to Stories (applicazioni per scrittori, dagli scarabocchi alle storie), che porta a una pagina suddivisa per Manuscript Makers (creatori di manoscritti), Distraction-Free Writing (scrittura focalizzata), Journaling and Blogging (diaristica), Notes & Clippings (appunti). Dentro ci sono altri programmi ancora, come Mellel, Byword, iA Writer, OmmWriter Dāna II, WriteRoom, Macchiato, Day One, MarsEdit, Memories, Chronories, Osciroi, Mémoires, MindNode Pro, Nottingham, fino a Final Draft che serve per scrivere sceneggiature e costa 150 euro (c’è anche Movie Draft SE però, più economico).

Il vecchio approccio: ho un programma per scrivere e al massimo uno per programmare. Il nuovo approccio: scelgo lo strumento giusto per quello che intendo fare. Ai tempi era sconsigliabile Word perché prodotto da una azienda odiosamente monopolista che compiva ogni abuso per eliminare qualsiasi libertà di scelta. Oggi è sconsigliabile Word perché è un elefantiaco tuttofare. L’ultimo lavoro che ho intrapreso riguardava scrittura condivisa con lo staff marketing di un’azienda e abbiamo usato Google Documenti, mica Word. Avevamo chat, commenti, link Internet attivi, formattazione, libertà di formato, controllo versioni. Se ci fossimo scambiati file Word per posta saremmo stati a un quarto dell’efficienza. Come faccio a sapere qual è lo strumento giusto per i miei bisogni? Bella domanda. In quanto tale, lo strumento giusto non è Word, che serve a tutti per fare tutto, cioè serve a nessuno. Se devi sceneggiare o lavorare a uno stesso testo su Mac e iPad, meglio Pages, a prescindere. Sono esempi, eh.

Si sappia comunque che nel secondo semestre 2011 ho consegnato a editori professionali, per la vendita in edicola e online, tre libri. In aggiunta ad articoli, blog, comunicati stampa, interviste, scrittura condivisa, biglietti di Natale e mille altre cose. Non possiedo Word (ho usato un misto di LibreOffice, Pages, TextEdit e BBEdit) e l’ultima volta che l’ho usato era credo il 1996. Questo per chi sostiene che Word sia indispensabile. Primo commento: non c’è uno strumento per scrivere, ci sono tanti strumenti per scrivere tante cose diverse e per esigenze differenti. Nel caso della traduzione esistono programmi apposta – i traduttori professionali maneggiano i corpus, raccolte di traduzioni già effettuate – così come plugin per Word, ma anche per LibreOffice, per dire. Dipende dal diktat della casa editrice o di chi commissiona la traduzione.

Un’altra cosa che è accaduta: Unicode. Ieri c’era una demarcazione netta tra i programmi che producevano testo articolato e formattato programmi che si fermavano al codice Ascii. Oggi qualunque programma per scrivere che non usi Unicode è spazzatura. Ma questo ha sfumato quella linea di demarcazione. Un buon esempio è TextEdit, gratis di serie su ogni Mac, che può essere un dignitoso editor di testo puro oppure un buon word processor e conservare la stessa identità. Lo stesso vale per Bean.

Mentre Unicode unificava la rappresentazione dei caratteri, Internet frammentava la destinazione dei testi. Ieri si creava una pagina e per forza questa era una pagina formattata, con i suoi caratteri, i rientri paragrafo, le note a fondo pagina eccetera. Oggi? Un testo che scrivo potrebbe finire dentro InDesign, in Pdf, in formato .doc, come ebook, dentro un blog o un sito, in Xml per il sistema informativo aziendale… chi si illude di usare Word per fare tutto questo disporrà di varie funzioni e plugin per arrivare più o meno a fare tutto ciò. Con scarsa qualità, farraginosamente, a rischio di rompere la compatibilità con il prossimo aggiornamento. Questo testo è scritto in BBEdit; prima di pubblicarlo schiaccio tre tasti (tre) e diventa Html. Suggerisco di copiarlo e incollarlo in Word, salvarlo in Html e poi confrontare il codice prodotto da Word con quello che si vede nella pagina del blog. la conclusione sarà: perché lavorare così male invece che usare uno strumento fatto come si deve? Ma divago. Secondo commento: spesso la destinazione del mio lavoro influenza il mio strumento. L’ultimo ebook che ho creato, l’ho lavorato con BBEdit dando gli ultimi ritocchi con Sigil. Pages salva in ePub, LibreOffice ha un plugin apposta e lo stesso fa Word. Per chi adora l’approssimazione e la pessima qualità nel mangiare, nel vestirsi, nelle persone che frequenta, sono ottime soluzioni per proseguire allo stesso modo con i libri elettronici. Il che mi porta a una terza osservazione.

Lo avevo già scritto in altre sedi: siamo chiamati a un controllo superiore sulle nostre creature letterarie rispetto a quello che facevamo nel secolo scorso. Allora scrivevamo una pagina web ed era quella: oggi, se non scegliamo anche un font adeguato per quella pagina (esistono i font per il web e non sono solo Verdana Times Courier e Arial), siamo approssimativi, di scarsa qualità, fuori mercato. Il tuo ebook potrebbe pesare un megabyte creato con Sigil e due megabyte creato con Word; in questo caso, il server che distribuisce il tuo ebook farà più fatica e probabilmente varie persone potrebbero fare un pensiero in più a scaricarlo sul loro smartphone. Il tuo ebook potrebbe soffrire perché mal realizzato con strumenti non professionali e per lo scarso controllo tecnico che abbiamo sulla sua costruzione.

TeX offre un controllo tipografico assoluto su tesi ricche di caratteri strani, simboli matematici o tecnici, libri specializzati. Richiede un paio di settimane per impratichirsi e magari l’uso di strumenti con interfaccia grafica che ne semplificano l’utilizzo base, come LyX oppure TeXmaker. È un software per missioni speciali: per esempio, è in grado di gestire variabili all’interno del testo. Diciamo che faccio un’affermazione su quello che si trova a pagina 39 e poi, prima della consegna finale, aggiungo altre dieci pagine di introduzione. Con TeX e il lavoro adeguato, la mia affermazione punterà automaticamente a pagina 49 invece che a pagina 39. Se la mia tesi contiene esempi di calcolo numerico, posso impostare il risultato di un calcolo come variabile e inserire la variabile in tutti i calcoli conseguenti. Proprio come avviene in un foglio elettronico, cambio un elemento del calcolo, cambia il risultato e il nuovo risultato viene applicato correttamente in tutto il resto della tesi. Per aiutarsi con TeX sono disponibili numerosi documenti anche in italiano, comprese le eccellenti guide di Lorenzo Pantieri. Terzo commento: Più controllo ho sulle mie creazioni, migliore sarà il mio risultato. Invece che compilare quei ridicoli curriculum europei standardizzati per finire più in fretta nel cestino, un curriculum che appaia su web e sia disponibile in Pdf con un bel rimando visibile a dove si trova il suo codice sorgente TeX attirerà molta più attenzione. Se mi legge qualcuno alla vigilia della tesi, dove vigilia non voglia dire la sera prima della consegna, si prenda tempo e impari TeX, anche se si laurea in filosofia. Un giorno capirà di avere fatto un passo oltre la massa e quanto gli sarà servito.

Non so se ho risposto veramente e neanche chi sia arrivato fino qui. Riassumo: capire i propri bisogni, scegliere gli strumenti adatti, conoscere la struttura del proprio lavoro, non accontentarsi. I tempi di un programma per scrivere sono antichi.

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