Ebbene sì, ci sono riuscito: sono stato a vedere la mostra su Martin Mystère e Mac presso All About Apple Museum a Savona.
Dovrei dire cose importanti sul calore, l’atmosfera, l’accoglienza, la gentilezza che ho ricevuto in piena gratuità e invece non vado oltre: sono un privilegiato che ha amici grandi e speciali e ha potuto goderne.
Invece, qualche spoiler sulla mostra. Perché finisce poco dopo Natale e tanti che avrebbero dovuto e potuto hanno perso l’occasione. Un’occasione davvero ghiotta, perché i retroscena della mostra sono forti. Al tempo stesso, conoscerli renderà solo più gustosa la visita agli amanti del last minute.
In tutto questo, il mistero della borsa con la mela non morsicata non c’entra niente. Diciamo solo che il materiale in esposizione al museo è più inedito che mai e andiamo al sodo.
Alfredo Castelli ha scritto pagine di storia del fumetto italiano, ha portato avanguardisticamente le macchine Apple negli uffici dell’editore Bonelli ed è mancato improvvisamente. Ha lasciato un vuoto enorme e si è anche eternato; verrà ricordato, sempre, da tutti. Una delle conseguenze è stata questa mostra, cui la moglie di Castelli ha dato il benestare nel ricordare il marito.
La creatività di Castelli è risaputa, ma davvero pochi possiedono la nozione di tutto quanto è successo tra Martin Mystère e Mac e si può scoprire a Savona. A cominciare dal fatto che Castelli stesso era appassionato, non soltanto utente, e ha cambiato Mac man mano che uscivano nuove macchine. Il filo conduttore della mostra è proprio questo: nelle tavole di Martin Mystère compaiono Mac sempre diversi. I curatori del museo hanno sfogliato la collezione completa e hanno posizionato ogni tavola in cui compare un Mac accanto a quel Mac.
L’identificazione non è sempre stata facile, perché a volte il disegnatore ci ha messo del suo e ha cambiato dettagli, oppure approssimato molto; lo stile grafico di Martin Mystère privilegia il dinamismo al dettaglio e così è capitato anche di avere qualche incertezza nell’attribuzione.
Il risultato è nondimeno straordinario; il fumetto accompagna negli anni l’evoluzione delle macchine. Le macchine cambiano nel tempo e influiscono sul fumetto. Un doppio binario di storia, culturale e tecnologica, che merita attenzione speciale e che poteva attuarsi solo in un luogo come All About Apple.
Castelli è noto a tutti per avere portato Mac in Bonelli; non tutti sanno però che ha cominciato con il portare Apple II. Il passaggio tra Apple II e Mac permette alla mostra di esibire una rarità assoluta riguardante il primo albo della serie e di più non dico.
La mostra ha portato anche alla stampa di una ministoria dell’investigatore del mistero, che suggella i due percorsi, Mac e fumetto, e li inquadra storicamente e geograficamente. Ho portato a casa un esemplare della pubblicazione come ricordo e testimonianza di amicizia; se fossi un collezionista sfegatato, farei anche un pensiero a che cosa può diventare da qui a dieci anni in termini di rarità. Dopo il 28 dicembre, ultimo giorno di apertura, i pezzi della mostra verranno battuti all’asta per aiutare la causa del museo e portarsi a casa qualche pezzo da vera passione per il fumetto.
Insomma, un viaggio pieno e sorprendente. Un benefit non da poco è che il percorso della mostra si snoda lungo una esposizione di macchine Apple con ben pochi uguali al mondo, per di più funzionanti e accese. A un certo punto mi sono perso dentro il sistema NeXT uguale a quello usato da Tim Berners-Lee e, come non mi era mai successo, ho scalfito la superficie. Solo questa sarebbe un’esperienza che giustifica un biglietto di ingresso, figuriamoci il resto. En passant: il numero di Mac esposti non è mai stato così alto.
Colpa di Alfredo Castelli se a Savona c’è una mostra unica nel suo genere, colpa per essere mancato troppo improvvisamente, troppo presto, troppo tutto. Merito di Alessio Ferraro e di tutto lo staff di All About Apple per avere allestito un evento, ancora, unico, con rispetto, competenza e creatività.
Spero che a qualcuno venga l’idea di filmare il percorso della mostra con le spiegazioni di tutto, perché rimanga una traccia dell’esperienza anche quando spariranno le tavole e i cartonati. Termino con quello di Java, personaggio della saga che mi ha sempre affascinato e divertito.
Ho fatto editoria e ho anche esercitato della creatività. Ho ottenuto dei risultati. Ma di fronte a un gigante come Castelli, siamo tutti dei piccoli Neanderthal.
Grazie, AAA.
