Necessità occasionale di creare codici QR a costo zero: uguale a pellegrinaggi per siti di dubbia funzionalità o che fanno i preziosi, con codici a tempo, in numero limitato, da rinnovare a scadenza con abbonamento, mentre intanto fioccano intorno i pop-up di iscrizione a newsletter, annunci pubblicitari raschiati dal fondo del barile, di tutto, di pìù.
Non più. Ero ignorante e lo ammetto. Poi ho letto per curiosità un post di John D. Cook su come l’uso di caratteri maiuscoli o minuscoli cambia le dimensioni di un codice QR generato via Python.
Lui è un esperto programmatore e ha pubblicato un listato Python di quattro righe elementari; io ho incontrato qualche problema nel capire come importare un modulo dentro Python, ma ho anche scoperto che
Homebrew svolge tutto il lavoro e alla fine neanche serve entrare in Python: mi ritrovo nel Terminale un comando qrcode, semplicissimo, che risolve in una riga.
Quando mi serve un codice QR, lo genero con un comando di una riga al Terminale. Gratis, per sempre, in modo indipendente da qualunque entità terza. Ne esce un file grafico pronto da usare a piacere.
L’ignoranza è una brutta bestia rotonda, Homebrew una testa quadra che per una volta l’ha sconfitta.