Ognuno col suo viaggio, ognuno diverso.
— Vasco Rossi
Dovrei approfondire ma non posso trattenermi: ho trovato traccia di una estensione di LibreOffice che introduce microvariazioni nella resa grafica delle lettere in un testo Il font resta sempre quello, l’aspetto è complessivamente uguale, ma ogni carattere è leggermente diverso nel su ripetersi. Un po’ come in una stampa a caratteri mobili su carta.
La bellezza di questa cosa è sconsiderata e spero che un’investigaziine mi porterà a qualcosa di interessante, nonostante la traccia sia vecchiotta. Perché la traccia stessa merita un quarto d’ora di attenzione, sotto forma di un numero de Il Covile di dieci anni fa.
Anche se il titolo è in inglese, il testo è bilingue e l’inglese segue l’italiano.
In sostanza, è la prima vera testimonianza della possibilità di recuperare nel digitale le preziosità della tipografia manuale, andate perse con la meccanizzazione delle machine da stampa.
Trovo l’idea stupenda. Da anni teorizzò che nei giochi di ruolo le statistiche dei personaggi non giocanti e dei mostri dovrebbero possedere microvariazioni, dal momento che un goblin può essere meno o più prestante di un altro govline e magari equipaggiato con una clava invece che con una fionda, o con una fionda di efficacia leggermente diversa eccetera.
Perché così sarebbe nella vita vera. Ed era così nella tipografia vera.
Se qualcuno non vede il nesso, pazienza. Si goda però un quarto d’ora de Il Covile.