Guarda tu le coincidenze, pochi giorni dopo l’annuncio della nuova app Affinity gratuita con un account Canva, mi sono ritrovato con un piccolo lavoretto di impaginazione. Niente di difficile, ma comprensivo di stampa su carta. Occasione perfetta per testare l’acqua.
Passato l’impatto più superficiale, il voto è medio/alto. Con tutta onestà, InDesign è evidentemente superiore praticamente in ogni ambito. In tutta franchezza, è una domanda che tanti pongono e ha una risposta irritante: non si possono veramente confrontare un programma gratuito e uno da centinaia di euro l’anno. Nel caso di Affinity, il famigerato rapporto prestazioni/prezzo ha il denominatore a zero; non si può calcolare.
Affinity si muove dentro un mercato indipendente e qui dà punti a tutti. Sono tre moduli in uno e, se serve aggiustare finemente un’immagine, siamo serviti e vale lo stesso per trattare elementi vettoriali. Un all you can eat tipo-grafico, per così dire, comodo prima ancora di valutare gli strumenti a disposizione.
Ha i crocini e gli indicatori di taglio per la stampa. Questo fa un bel po’ di differenza. Un lavoro semplice di impaginazione si fa anche con Pages e meglio di quanto ci si può aspettare. Se c’è di mezzo la stampa, tuttavia, i crocini segnano il passaggio aL pensiero professionale.
Gli strumenti tipografici sono nel complesso superiori. Ci sono le guide, ci sono le linee base, le pagine mastro. Tutto quello che si può volere di base, c’è. L’aiuto interno al programma, per quelle due cose che ho cercato, mi ha sorpreso per chiarezza e semplicità.
Si rimane dietro InDesign, eh. Il rendering delle pagine è un po’ legnoso a volte, le guide non possono scomparire dalla vista e, se possono, non è semplice scoprire come. Su InDesign c’è meno attrito. Credo di avere letto una volta che Adobe si era riscritta l’imtero sottosistema grafico per Illustrator invece di usare quello di Mac, con il fine di ottimizzare la resa grafica nel fare le cose su misura per un unico programma. Se avessero messo lo stesso motore a disposizione di Creative Studio, si spiegherebbeto certe differenze di resa a video.
Senza InDesign, impaginare su Mac significa improvvisarsi su Pages, faticare su Scribus oppure sudare su un vettoriale come Inkscape. Affinity è una categoria più in alto e, consapevoli di quello che può dare un programma gratuito rispetto a uno in abbonamento a prezzi da usuraio, è scelta raccomandata.
Ciliegina sulla torta: il programma ha ricevuto un microaggiornamento di recente. Nient’alteo che un segnale, ma positivo: per quanto gratuito, riceve almeno un modicum di attenzione da parte dei nuovi proprietari e viene allora da sperare che possa essere l’inizio di un cammino fruttuoso.